“Villa Affari Puliti” ha vent’anni

Campolongo. L’ex casa di Felice Maniero è diventata un simbolo di riscatto

CAMPOLONGO. A vent’anni dalla legge 109/96 per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie, ieri a Campolongo – nella villa che fu dell'ex boss della mala del Brenta Felice Maniero – si è fatto il punto della situazione con don Giorgio De Checchi, della segreteria nazionale di Libera.

«La cosa che rende unica questa legge è il riutilizzo sociale del bene confiscato. Anche in Europa ci sono norme simili, ma nessuna con questa finalità», ha spiegato don Giorgio De Checchi, «luoghi come questi sono realizzati con il frutto del delinquere, che ha spazzato vite umane. Ora gli stessi luoghi sono diventati segni di speranza per la comunità. A Campolongo ogni anno arrivano giovani da tutta Italia: Villa Affari Puliti è un esempio di successo».

Oggi sono oltre 500 le realtà in Italia che gestiscono quelle terre e quegli immobili. L'ex villa Maniero a Campolongo è stata ribattezzata Villa Affari Puliti. La villa è stata sequestrata al boss Maniero a metà degli anni '90, nei primi anni 2000 è diventata centro culturale e ricreativo per anziani. Dal 2008 è incubatore per imprese giovanili e nel garage della villa è stato ricavato (nel 2015) un FabLab con stampanti 3D e taglio laser.

Attualmente sono duemila i beni confiscati in base alla legge approvata vent’anni fa, 507 quelli riutilizzati. A questi molto presto se ne aggiungeranno altri quattromila, con la conclusione dei processi.

«Questa è la nuova sfida della legge. Ci sono beni disponibili, ma visti i costi di gestione gli enti locali non li vogliono», ha concluso don Giorgio.

«La legge ha fatto cambiare certamente rotta al sistema», ha proseguito Paolo Bordin, direttore di Affari Puliti, «i beni confiscati sono di varia natura: case, terreni, aziende. Ci vogliono progettualità e aiuti economici per farli funzionare». Nelle prossime settimane sul sito www.affaripuliti.it sarà disponibile il nuovo bando per accedere agli uffici presenti nella villa a prezzi contenuti. Un’opportunità per restituire alla collettività luoghi che erano diventati sinonimo di malaffare.

Alessandro Abbadir

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