Vigili, la lotteria dei numeri. La minoranza: fate chiarezza

Continuano le polemiche sulle assenze, il Comune avvia una verifica interna  Agostini: «Nessun illecito, ma si potrebbero prevedere nuovi limiti alle ferie»
Foto Agenzia Candussi/ Morsego/ Mestre, Centro Civico, via Terraglio 43/ Assemblea pubblica sul Controllo di Vicinato. Nella foto: Marco Agostini, Comandante dei Vigili Urbani di Venezia.
Foto Agenzia Candussi/ Morsego/ Mestre, Centro Civico, via Terraglio 43/ Assemblea pubblica sul Controllo di Vicinato. Nella foto: Marco Agostini, Comandante dei Vigili Urbani di Venezia.

Una verifica interna sulle assenze di vigili durante la notte “famosissima”. Anche se tutto è andato bene con 80 mila persone in centro storico. Una “inchiesta”, invocata dal sindaco Brugnaro per verificare la legittimità di permessi e malattie e una guerra di numeri diversi e che, quindi, non tornano. Gruppo misto, Pd, lista Casson, Movimento 5 stelle, all’opposizione, oggi invocano una “operazione verità” che faccia chiarezza.

Polemiche. «Assenteismo nei vigili? Logica squadrista» attacca la Fp Cgil che a Brugnaro ribatte subito con Daniele Giordano: «Tiri fuori i dati reali e smetta di denigrare i lavoratori». E il Diccap di Luca Lombardo: «Ma quale sciopero strisciante? I responsabili sono i dirigenti! I lavoratori della Polizia municipale sono trattati come nell’Ottocento».

Numeri, versioni diverse. La Cgil fornisce i propri conti: «A noi risulta che ci siano state circa 25 assenze già programmate con un preavviso di 15 giorni e concesse dal Comando. All’interno di queste 25 ci sono: infortuni, maternità, congedi parentali, permessi studio e aspettativa non retribuita. Poi 14 assenze per malattia e 75 per ferie già programmate. Pare che ci siano state 8 assenze per malattie non preventivate e che ci siano stati comunque in servizio circa 185 vigili. Il totale del personale è di 317 dipendenti e quindi due terzi del personale 

Per il comandante Marco Agostini, il numero è diverso: «Su un corpo a sabato di 363 elementi, con 8 persone distaccate in Procura (non operativi), 79 persone in ferie programmate (il 25%) e 28 assenti perché part-time dal lunedì al venerdì, gli assenti per altri motivi sono stati 49: un permesso studio, 4 infortuni, 2 maternità, 3 recuperi progetti speciali, 9 congedi parentali, 1 per motivi familiari, 21 per malattia e 5 permessi legge 104. In servizio erano quindi in 170 con 9 funzionari in riposo», dice il comandante. Quindici in meno rispetto al conto della Cgil.

Per il Diccap «tutte le “assenze” del 15 luglio erano programmate e su un organico di 350 operatori quel giorno i 70 assenti sono quelli regolarmente autorizzati dal comandante e costituiscono una percentuale ben al di sotto del 25% previsto dal regolamento. Ma non si dice che 85 hanno rinunciato, pur svolgendo il medesimo servizio, al compenso di 200 euro e preferito difendere la propria dignità chiedendo un contratto di lavoro vero. Si spara sulla croce rossa, e non si dice che a casa sono rimasti 2 dirigenti su 3 e 9 responsabili di servizio su 12. Questo non conta, vero?».

Progetti e nuovi agenti. Sicuramente i pochi partecipanti al progetto speciale Redentore preoccupano l’amministrazione comunale. Almeno 45 agenti la notte del Redentore hanno preferito lavorare sei ore invece delle 9 previste dal progetto, parte del contratto integrativo siglato solo con la Cisl. E poi all’appello mancano quei cento nuovi agenti, 70 in formazione e lavoro e 30 stagionali, non ancora entrati in servizio (ieri provavano le divise e attendono le visite mediche).

Anime differenti. «Non siamo davanti a un caso come le malattie di massa del Capodanno di due anni fa a Roma», avverte Agostini. Lui questa polemica non l’ha cercata. «Il problema è verificare che non ci sia un abuso nell’utilizzo di istituti contrattuali leciti ma non ho mai parlato di illeciti o di boicottaggio». Altrimenti, la giunta potrebbe pensare di metter mano al regolamento per limitare le ferie anche al Redentore e non solo a Carnevale. Più duro l’assessore D’Este che il caso lo ha sollevato, supportato dal sindaco: «Di fronte a un numero importante di assenze, la verifica interna è un atto doveroso», dice. «I miei uffici sono sempre aperti per dialogare ma da me non è venuto nessuno. Se qualcuno pensava di fare un dispetto, alla fine ha solo creato un disservizio. Anche il ministero dell’Interno considera oggi la polizia locale parte di un sistema generale di sicurezza. Le cose sono cambiate».

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