Vigili feriti a un controllo «Adesso dateci le pistole»
Vigili feriti a un posto di controllo, è polemica sulle dotazioni e protezioni alla polizia locale al comando di San Donà. Quanto accaduto l’altra sera in via Formighè, dove un automobilista che guidava senza patente ha reagito accelerando improvvisamente minacciando di togliersi la vita svoltando lungo la scarpata dell’argine.
Con lui c’era il figlio minorenne a bordo, che è rimasto profondamente scosso dalla scena e tragedia sfiorata. Ora l’automobilista, un 46enne di Torre di Mosto alla guida di un furgoncino sette posti, è stato denunciato e piede libero per resistenza, lesioni, oltraggio a pubblico ufficiale.
Valuterà poi il magistrato la condanna, ma certo, avendo il precedente della patente già ritirata, per lui non sarà sicuramente facile riaverla in futuro essendo recidivo e avendo creato tutto questo trambusto che solo per miracolo non è finito in tragedia. Gli agenti, per bloccarlo con il loro corpo quando ha messo la prima per ripartire in preda al panico e minacciando di uccidersi, hanno subito ferite con prognosi di 20 e 10 giorni.
Non c’è stata però colluttazione nè scontro fisico tra loro e l’automobilista, visibilmente turbato e fuori controllo. Ora i vigili, almeno quelli che sono sempre sulle strade, si sfogano: «Dobbiamo avere le dotazioni previste per la nostra protezione e anche le pistole». Intanto, nel volgere di circa cinque mesi, sono ben sette gli agenti che sono stati feriti nelle varie operazioni, in prevalenza trattamenti sanitari assistiti (Tso) e altre operazioni e controlli sulle strade.
Ma per l’amministrazione comunale parlare di armamento non è opportuno, soprattutto nel caso specifico. «Non è la pistola che avrebbe cambiato le cose», dice il sindaco Cereser, «a maggior ragione con il coinvolgimento di un minore cui va tutta la nostra solidarietà. Complimenti agli agenti per la professionalità e competenza, siamo loro vicini in questo momento». Commenti condivisi dal vice sindaco Luigi Trevisiol, anche lui in prima linea nella riorganizzazione della polizia locale con il nuovo comandante Marino Finotto.
L’obiettivo resta l’armamento, anche se ci sono ancora numerose resistenze. Gli agenti da mesi, per non dire anni, chiedono di poter lavorare in sicurezza soprattutto nei pericolosi Tso, con casco, scudo, giubbotto protettivo o antiproiettile. E anche la pistola, come nei comandi di Eraclea o Jesolo. Dotazioni che comportano ingenti investimenti a tutela degli agenti di polizia locale e della collettività.
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