Vigilessa aggredita e picchiata dall’immigrato che aveva espulso
MARCON. Vigilessa picchiata da un nigeriano che si è vendicato per il provvedimento di espulsione. È accaduto ieri mattina a Marcon, mentre due agenti della polizia locale in servizio di pattugliamento stavano controllando viale San Marco. Un’attività di routine.
All’altezza del bar Light, un uomo di colore è saltato addosso a una delle due vigilesse, probabilmente dopo essersi nascosto dietro una colonna. L’agente è stata colta di sprovvista, il nigeriano l’ha aggredita repentinamente e le ha sferrato un pugno, facendola andare a sbattere contro la vetrata del locale. Sono seguiti momenti concitati, per fortuna attorno c’erano anche diverse persone che sono riuscite, assieme ai vigili, a fermare l’uomo e a bloccarlo. Subito dopo sono arrivati gli altri agenti in servizio, le forze dell’ordine, il comandante Claudio Rubini, il sindaco Andrea Follini. Il nigeriano è stato arrestato, per lui un processo per direttissima. La vigilessa, colpita in faccia e alla testa, è stata medicata dal Suem, poi è stata portata al Pronto soccorso di Mestre, dove se la caverà con una decina di giorni di prognosi.
«Al nigeriano», spiega il sindaco, Andrea Follini, «era stato notificato il provvedimento di espulsione proprio dalla vigilessa, l’uomo aveva trenta giorni per lasciare il territorio. Non sappiamo dove dormisse o se avesse un luogo di appoggio, ma chiedeva l’elemosina a Marcon all’altezza del Penny Market e a San Liberale, lungo la strada, vicino al panificio. Così sono partiti controlli e segnalazioni e poi abbiamo emesso il provvedimento. Quando l’immigrato ha visto le vigilesse in pattugliamento deve aver riconosciuto quella che gli ha consegnato la notifica, così si è nascosto e al momento buono le è saltato addosso. È stato fermato e arrestato anche grazie all’aiuto dei cittadini».
Il sindaco, che ricordiamo è anche un agente del comando di Venezia, ieri ha accompagnato in Pronto soccorso la vigilessa. Solidale anche il comandante, Claudio Rubini: «È stata una vendetta, perché l’agente aveva notificato l’espulsione al nigeriano il 26 gennaio. Sono rattristato ma anche arrabbiato, perché penso a chi ci mette in cattiva luce ogni giorno, quando facciamo il nostro lavoro e cerchiamo di farlo il meglio possibile. A volte parliamo con le persone, con gli stranieri, con questa gente, e qualcuno ci dice: non avete altro da fare? Il rispetto uno cerca di guadagnarselo sul campo, mi auguro che le persone parlino di più con noi, abbiano un rapporto non conflittuale con i vigili».
Marta Artico
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