«Vigilare sul mondo degli appalti»

Terzo e Forgione: la malavita punta al controllo delle gare

MIRANO. Criminalità e infiltrazioni mafiose, per ora il Veneto resta un’isola felice o quasi, ma attenzione al sistema degli appalti. L’allarme è stato lanciato da Mirano, dove ieri mattina si è tenuto il convegno “L’infiltrazione della criminalità in Veneto”. Al tavolo dei relatori, forze dell’ordine, magistrati ed esperti sono concordi: è l’imprenditoria a essere a rischio intromissione e la politica è l’anello debole del sistema. «Non manca il controllo del territorio», spiega il sostituto procuratore del Tribunale di Venezia, Roberto Terzo, «ma la crisi, soprattutto di legalità, ha favorito l’afflusso anche in Veneto di capitali sporchi e questa regione oggi è terra di reimpiego di investimenti criminali». Per Terzo il vero allarme in Veneto è nel sistema degli appalti, con organizzazioni criminali che controllano le gare e alimentano la corruzione e l’illegalità. «Servono interventi nell’economia», ribadisce il magistrato, «se non la teniamo pulita è chiaro che le mafie, prima o poi, ci si infiltrano». D’accordo anche Francesco Forgione, già presidente della Commissione antimafia: «Il Veneto è ai primi posti per reati legati al ciclo del cemento e dei rifiuti. Se a primeggiare sono Sicilia e Calabria si capisce anche, ma il Veneto che ci fa così in alto? Il problema è che si tratta di reati perseguiti solo con sanzioni». «Il Veneto ospita in prevalenza criminalità autoctona, strutturata più che organizzata», ribadisce il tenente colonnello Alessandro Dimichino, del raggruppamento operativo speciale dei carabinieri di Padova, «e le infiltrazioni puntano soprattutto su esponenti politici, manager della sanità e professionisti». (f.d.g.)

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