Vieta il computer al figlio e lo accoltella alla mano
MESTRE. «Mi sono fatto male alla mano con il coltello aiutando la mamma a preparare le portate per la cena della vigilia di Natale». Così il bambino, che all’epoca aveva 10 anni, aveva riferito al personale del pronto soccorso che lo aveva curato per una lesione da taglio alla mano. Era stata diagnosticata una lesione ai tendini per la quale era stato necessario un intervento. Anche la madre aveva confermato la versione dell’incidente domestico avvenuto mentre il padre era al lavoro. Era il 24 dicembre 2010.
Due anni dopo il ragazzino aveva raccontato un’altra versione con la mediazione di una psicologa. «È stata la mamma a tagliarmi la mano con il coltello perché volevo andare a giocare con il pc ma lei mi aveva detto di no», aveva raccontato. Da queste parole era scattata la denuncia del padre nei confronti della madre (da cui nel frattempo si era separato) e un’indagine condotta dalla pm Alessia Tavarnesi. Nei mesi scorsi la donna è finita davanti alla giudice monocratica Daniela Defazio per rispondere dell’accusa di lesioni personali aggravate dall’aver commesso il fatto con l’uso del coltello e nei confronti del figlio. A difenderla, l’avvocato Antonio Alessandri.
A destare i dubbi sulla versione iniziale raccontata dal bambino era stata la ventilata impossibilità di tagliarsi la mano sinistra per un mancino, qual è la vittima. Alle ripetute richieste di chiarimenti da parte del padre, il figlio aveva però continuato a confermare lo stesso film: quel giorno era impegnato a preparare la cena con la mamma quando si era tagliato la mano per sbaglio. Il padre aveva raccontato alla polizia che, una volta arrivato in pronto soccorso, aveva trovato la moglie sconvolta, con gli occhi sbarrati e che il giorno successivo aveva notato che a casa le fodere del divano erano state lavate.
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