Videosorveglianza contro i furti di rame dopo il fermo del tram
Dopo le nove ore di fermo al tram di Mestre per il tentato furto alla sottostazione di viale San Marco, che ha provocato il blocco alle corse e costretto Actv e Gemmo a far uscire i tecnici per riattivare il servizio, ancora una volta si parla di ladri di rame in azione in città. E pure il trasporto pubblico finisce “vittima” dei predoni dell’oro rosso.
È questo, infatti, il principale sospetto sul tentativo di furto nella sottostazione di viale San Marco. «Senza dubbio è il primo caso di questo tipo. In passato ci sono stati solo alcuni ragazzi entrati nel deposito di via Monte Celo per dipingere sulle carrozze dei tram ma nulla di più . La denuncia è un atto dovuto in casi come questo», spiega il presidente di Pmv Antonio Stifanelli.
Stimare i danni causati dal fermo di domenica è difficile, si può parlare di almeno tremila euro ma si tratta di una cifra, ovviamente a spanne. Di certo, contro i ladri di rame, materiale che per la sua scarsità, è ora al centro di una sorta di «caccia al tesoro», tutti si preoccupano. Proprio Pmv, spiegava ieri mattina lo stesso Stifanelli sentito dalla commissione provinciale per fare i punti sui lavori del tram, sta tenendo sotto sorveglianza gli oltre cento lampioni del ponte della Libertà, tolti per la posa delle rotaie. In attesa di capire quale destino avranno i lampioni sono oggi tenuti custoditi in un luogo segreto e videosorvegliato, visto che complessivamente i lampioni tolti contengono al loro interno «circa quattro chilometri e mezzo di fili di rame», e fanno gola ai predoni.
E alla videosorveglianza lungo la linea del tram che si sta estendendo verso Marghera (da fine anno ) e verso Venezia ( nel 2014) pensa anche l’assessore alla Mobilità Ugo Bergamo. «Potrebbe essere una soluzione per evitare altri episodi analoghi. Attendiamo il rapporto su cosa è accaduto domenica scorsa per fare una valutazione seria», dice.
A fare le spese dei raid dei ladri di rame, anche perché utilizzano materiale di prima qualità, sono in particolare le Ferrovie italiane che per arginare i furti ha istituito una task force con la Polizia ferroviaria e che prevede il pattugliamento della rete dopo che i furti di rame sono saliti dai 1944 del 2011 ai 2015 del 2012.
Nel compartimento di Venezia nel 2012 i furti di rame, tra il costo del materiale rubato e gli interventi manutentivi di ripristino, hanno provocato danni per quasi 181 mila euro.
Nel 2013 (i conti sono aggiornati al mese di aprile) si sono aggiunti altri 53 mila 722 euro, che porta il conto finale a quasi 235 mila euro nel solo compartimento ferroviario veneziano, per il furto di 17 mila chili di rame nel 2012 e di altri 3 mila 823 chili nei primi cinque mesi di quest’anno.
Nell’altro compartimento veneto, quello di Verona, i danni sono stati di 189 mila euro nel 2012 e di poco più di 73 mila euro nel 2013 per quasi 16 mila chili di rame portati via.
I furti causano anche problemi ad interi quartieri, rimasti senza luce e telefono, come per il furto di pochi giorni fa in una centralina Enel a Malcontenta. E c’è anche scappato il morto: un operaio albanese, impegnato nelle bonifiche della Nuova Sirma sotto sequestro a Porto Marghera, è morto fulminato mentre tentava di rubare rame all’interno di una centralina elettrica della fabbrica.
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