Video hard dell'amante sul web. Condannato

La donna era stata ripresa durante un rapporto in ufficio dal collega - amante e si era rivolta ai carabinieri. Ma lui presenta appello

PORTOGRUARO. Condannato per diffamazione, ma non per molestie. Si è concluso con una pena mite a 4 mesi di reclusione con il beneficio della condizionale, inflitta a un uomo di 45 anni originario del trevigiano, il processo relativo ai famosi video hard della segretaria, una donna che vive nel Veneto orientale. I due lavoravano nel campo delle assicurazioni nello stesso studio. Erano diventati amanti, poi si sono lasciati. A un certo punto, terminata la relazione, sono spuntate le immagini dei loro amplessi amorosi sul web. Hanno scatenato le chiacchiere e l'indignazione di lei.

La vicenda ha fatto molto parlare anche perchè le due persone coinvolte sono abbastanza conosciute. Lei ha da poco superato i 40 anni, lui è poco più grande. Ottenne un posto di lavoro nel 2010 in un'agenzia assicurativa. Conobbe il suo datore di lavoro, un uomo che all'epoca viveva tra Motta e Oderzo. Tra i due nacque una relazione, incentrata soprattutto sulla passione. I due poi si lasciarono. Nel giro di poche settimane, era il 2011, sulla rete internet cominciarono a circolare video molto spinti che ritraevano la bella segretaria (riconoscibile dall'inquadratura del suo volto) mentre stava facendo sesso spinto con l'uomo.

Incoraggiata e sostenuta dal nuovo fidanzato dell'epoca la donna si presentò alla Tenenza dei carabinieri di Oderzo, sporgendo denuncia e ottenendo subito un risultato. I video vennero infatti eliminati dalla rete; anche se restano tutt'ora presenti alcuni link di rimando. Se su un motore di ricerca si inserisce il nome della vittima, infatti, compaiono le tracce web che rimandano ai video già rimossi da tempo. Nel frattempo le indagini hanno permesso di rinviare a giudizio l'ex datore di lavoro, che nel frattempo aveva chiuso l'agenzia assicurativa; cambiando vita, lavoro e località di residenza. Attualmente si trova a Padova, dove svolgerebbe il lavoro di commesso. C'è da dire comunque che l'accusato ha sempre respinto le accuse. E che durante il processo poi nemmeno il perito della Polizia postale ascoltato in aula era riuscito a dimostrare con assoluta certezza che a inserire i filmati in internet era stato l'imputato. L'uomo è difeso dall'avvocato Francesco Biadene, che ha annunciato appello contro la sentenza.

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