Vida, ultimo appello ma per la Regione la prelazione è scaduta

Ieri il comitato in Commissione per difendere l’immobile Per trasformarlo in trattoria servirà il voto del Consiglio
Il destino de La Vida si può ancora scrivere? Prima che l’immobile diventi una trattoria come vorrebbe l’acquirente, dovrà infatti passare per il voto del consiglio comunale anche se per la Regione il diritto di prelazione da parte del Comune sarebbe già scaduto il 22 novembre. Si giocano tra questi due estremi le speranze dei cittadini che chiedono che lo spazio, venduto dalla Regione a 911 mila euro, sia aperto ad attività culturali e gestito dalle associazioni che negli ultimi due mesi ne hanno fatto un centro di aggregazione.


Il corteo.
Il corteo de La Vida, formato da una cinquantina di cittadini, è arrivato in Municipio sfilando con un serpentone di festoni colorati, a ritmo di canzoni scelte non a caso. I brani come «Quando quando quando», «Pinocchio» e «Venessia in affitto» suonati con tamburi, trombe e fisarmoniche, hanno introdotto l’incontro. «Non abbiamo occupato come ci accusa la Regione» hanno detto Mario Santi e Riccardo Bermani, a nome dei cittadini che da due mesi dormono nel locale, «abbiamo riaperto uno spazio organizzando una ludoteca, spettacoli, presentazioni di libri e di rassegne di cinema, se non è questa la partecipazione cittadina. Siamo cittadini preoccupati della sorte del patrimonio pubblico che viene gestito in nome nostro. Per questo chiediamo al Comune di esercitare il diritto di prelazione o di chiamare il Ministero per bloccare questa vendita e di vedere insieme il Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazioni per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni urbani, già in uso in altre città».


La Commissione
. Le opposizioni compatte hanno sollecitato l’amministrazione a dire no all’ennesimo ristorante: «Siamo in una città che si sente sotto assedio» ha detto Giovanni Pellizzato della Lista Casson «Bisogna iniziare a dire di no». «Il campo è storicamente vissuto dai cittadini» ha detto Giovanni Andrea Martini a nome dei capigruppo della maggioranza della Municipalità «Deve rimanere loro». Nella commissione convocata da Monica Sambo è stato sollevato da Elena La Rocca e Andrea Ferrazzi il quesito sul fatto che l’immobile è vincolato come unità preottocentesca e a uso culturale. Quesito che ha trovato risposta affermativa nel pomeriggio, quando si è verificato che per farne una trattoria sarà necessario che l’acquirente chieda un permesso in deroga al piano regolatore dato che attualmente non è compatibile con quella destinazione d’uso. «Durante la conferenza di capigruppo» ha raccontato Ferrazzi «Abbiamo proposto una commissione urgente per oggi con i tecnici e una che continuasse il dibattito di oggi, ma la maggioranza ha votato contro». È stata anche rifiutata un’altra commissione urgente chiesta da Monica Sambo: «Si poteva fare solo se l’assessore Massimiliano De Martin fosse stato disponibile, ma ha detto che non poteva». L’ultima possibilità sta quindi al voto del consiglio comunale.


Regione.
La Regione non si è presentata dicendo che non si confronta con chi sta occupando illegittimamente un immobile e precisando che il diritto di prelazione, stando alla documentazione della Regione, è già scaduto il 22 novembre, e non scadrà il 25. «Per noi la questione è chiusa» hanno detto «Noi lo abbiamo venduto, poi cosa diventerà non ci riguarda. Non ci sono stati accordi prima, abbiamo solo ricostruito la vita del posto negli ultimi 50 anni ed è sempre stato ristorante, noi ci avevamo una mensa».


Reazioni.
«Qual è la legalità che deve essere ripristinata?» hanno detto i cittadini alla fine della commissione «La Regione nel 1980 ha comprato l’immobile con i nostri soldi. Non lo stiamo occupando, ma difendendo da un uso diverso. Non è legittimo?».


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia