Viale Ancona, via libera tra le polemiche alla torre

Dopo un mese di rinvii e scontri approvato il progetto. Orsoni: «Non ne andiamo orgogliosi, ma non c’erano alternative»

MESTRE. «Un’operazione nata male e finita male»: in giunta lo pensano in molti, ma tant’è. Nella riunione di ieri mattina sindaco e assessori hanno dato il via libera definitivo al progetto di Gefa che prevede di costruire una torre da 56 metri in viale Ancona, nell’area in cui oggi c’è il parcheggio a ridosso dell’edificio della vecchia carbonifera che ospita, anche, gli uffici comunali. Il sindaco Giorgio Orsoni dice che «non è una delle operazioni che ci ha dato maggiori soddisfazioni, ma la strada era quasi obbligata».

E d’altra parte il dibattito in giunta, anche ieri, è stato molto acceso, dopo che l’approvazione del progetto era stato rinviato per almeno tre volte, per i tanti mal di pancia. Qualcuno ieri ha dovuto prendere un malox perché, alla fine, il voto favorevole all’intervento è stato unanime. Tra i più contrari c’era l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin il quale ha fatto mettere a verbale la sua contrarietà per un’operazione che, ha spiegato nel corso della riunione, giudica inaccettabile.

Il sindaco Orsoni e l’assessore all’Urbanistica, Andrea Ferrazzi - pure lui contrariato - hanno spiegato, nei loro interventi che l’approvazione, allo stato attuale dell’iter, era il male minore. Se entro il 30 novembre non fosse arrivata l’approvazione della giunta, la Gefa infatti avrebbe potuto presentare ricorso e chiedere un risarcimento dal momento che il contratto di compravendita con Gefa, in via preliminare, era già stato firmato dopo che consiglio comunale e municipalità avevano dato il loro assenso all’operazione di permuta votando nei mesi scorsi una delibera presentata dall’allora assessore al Patrimonio, Bruno Filippini.

L'intervento prevede infatti una permuta in base al quale Ca’ Farsetti, in cambio di spazi per uffici (già costruiti) per 660 metri quadrati nell’edificio dell’ex carbonifera, consente un aumento di volumetria dell’intervento sullo spazio che oggi è occupato dal parcheggio a raso, un’area che già il piano regolatore disegnava come edificabile, di proprietà di Gefa. Sono due i volumi edilizi nello studio del progetto Masma di Padova: uno da 7.561 metri quadri e l'altro da 15.600. Il più alto è destinato ad ospitare soprattutto uffici. Sarà una torre di 56 metri lineari attestata su viale Ancona e che si allinea all'edificio esistente. Il secondo ospiterà una doppia piastra di parcheggi e negozi al piano terra. Uno dei punti più contestati del progetto è proprio l’altezza della torre, fuori misura rispetto a tutti gli edifici circostanti.

È il motivo per cui nell’ultimo mese si è cercato di trovare soluzioni alternative, percorrendo tre strade: la prima ipotizzata di riorganizzare i volumi per abbassare l’altezza della torre, ma la risposta è stata che non vi sono gli spazi per poterlo fare: la seconda prevedeva di spostare l’intervento, o parte di esso, in un’altra parte della città, ma Gefa ha risposto picche; infine la terza immaginava, al posto dello scambio, l’acquisto degli uffici alla carbonifera, con un investimento che avrebbe richiesto oltre un milione e mezzo di euro, ma che è naufragata perché nella casse di Ca’ Farsetti non ci sono i soldi neanche per piangere. Dopo i voti favorevoli del consiglio comunale e della Municipalità di Mestre, dopo che i tre tentativi di rivedere il progetto sono falliti, ieri la giunta ha quindi dato il via libera al progetto, che farà discutere ancora a lungo.

Intanto, ieri, si sono già mossi quelli del Movimento 5 Stelle che hanno cominciato a distribuire ad Altobello parte dei diecimila volantini stampati per raccontare la storia del progetto e denunciare la loro contrarietà per un nuovo intervento, a fronte di un parco di Altobello promesso da trent’anni e realizzato solo su carte che hanno già preso molta polvere.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia