Viaggi per clandestini, somalo in manette
Il 27enne somalo Alì Hassan Hassan, da qualche anno residente a Padova, non è riuscito a fuggire come invece hanno fatto due suoi compari e gli agenti della Polizia ferroviaria di Mestre lo hanno arrestato due giorni fa e ieri il pubblico ministero Stefano Ancilotto ha chiesto la convalida per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Ad attirare i poliziotti nella piazzetta antistante la stazione ferroviaria di Mestre, l’altra sera, è stata una lite in cui erano coinvolte almeno sette-otto persone: quando sono arrivati i poliziotti, in tre hanno subito cercato di fuggire, ma uno di loro, Hassan, è stato bloccato. Altri quattro si sono fatti tranquillamente accompagnare negli uffici della Polizia: il primo problema, per gli agenti, è stata la lingua. Hassan l’italiano lo parlava bene, mentre gli altri quattro non ne conoscevano una parola, così hanno dovuto cercare e attendere l’arrivo di un interprete per riuscire a ricostruire quello che era accaduto.
Con il suo aiuto, finalmente, gli inquirenti hanno raccolto le testimonianze dei quattro somali che altro non erano che altrettanti clandestini ai quali Hassan aveva o, meglio, doveva organizzare il viaggio per arrivare in Norvegia. Quella, infatti, era la loro meta e il somalo arrestato, dopo avergli fatto avere documenti d’identità fasulli, aveva acquistato i biglietti del treno, ma quando i quattro hanno scoperto che avrebbero potuto arrivare soltanto a Vienna, i ticket erano fino alla stazione della capitale austriaca, hanno protestato e ne è nata la lite interrotta dall’arrivo degli agenti della Polfer.
I quattro clandestini hanno raccontato il loro calvario: hanno spiegato di aver pagato ben seimila dollari per raggiungere l’Italia, qui ne avrebbero dovuto versare altri cinquemila per arrivare in Norvegia, ma avevano finito il denaro e, allora, avevano chiesto ai parenti di spedire in Italia la cifra che era necessaria con l’impegno di versarla all’organizzazione alla quale si erano affidati per raggiungere la loro meta. Poi, però, hanno scoperto che avevano deciso di aiutarli ad arrivare soltanto fino a Vienna e poi lasciarli al loro destino.
Per questo si erano arrabbiati e avevano cominciato a litigare con Hassan e gli altri due.
Hanno raccontato di essere partiti dalla Somalia e, attraversando il deserto, di essere arrivati in Libia, da dove sono partiti per le coste italiani, attraversando il Mediterraneo.
Sbarcati in Sicilia erano stati accolti in un Centro per immigrati dove sono rimasti per alcuni giorni, ma da dove non era stato difficile allontanarsi. Raggiunto Napoli avevano contattato coloro che avevano organizzato il viaggio fino a padova, dove ad attenderli c’erano Hassan e gli altri due, che li avevano accompagnati fino a Mestre. Prima, però, avevano scattato le foto a tutti e dopo qualche giorno avevano fornito ai quattro altrettanti documenti falsi in modo che potessero viaggiare superando i controlli. L’ultima tappa doveva essere quella del viaggio in treno per attraversare tutta l’Europa per raggiungere la Norvegia, dove volevano fermarsi. Ma quella sera avevano scoperto che i biglietti erano soltanto fino a Vienna. Lunedì, il giudice veneziano Giuliana Galasso interrogherà Hassan e deciderà se le testimonianze dei quattro clandestini sono sufficienti per convalidare il suo arresto. Nel frattempo, gli investigatori della Polizia cercheranno di dare un volto e un nome ai due complici del somalo.
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