Viafiora senza maggioranza la Cgil si spacca sul segretario

Per un solo voto il direttivo metropolitano non riesce a eleggerlo: 41 favorevoli contro 38 contrari Dopo due mandati regionali, era stato proposto dalla leader nazionale Susanna Camusso
Di Gianni Favarato

MESTRE. Nemmeno i colloqui individuali con la leader nazionale, Susanna Camusso, hanno ricucito i vecchi rancori e convinto i membri del nuovo direttivo della Cgil Metropolitana - 84 membri eletti dall’ultimo congresso camerale - a garantire la maggioranza prevista per eleggere il nuovo segretario generale veneziano. Il nome proposto dalla Camusso era quello di Emilio Viafora, leader uscente (dopo due mandati consecutivi) della Cgil veneta che oggi comincia oggi il suo congresso a Verona. Ieri mattina, l’attesa riunione del comitato direttivo della Cgil veneziana, nominato l’11 marzo scorso al termine del congresso provinciale e chiamato a leggere il nuovo segretario generale, in sostituzione dell’uscente Roberto Montagner, si è conclusa con un nulla di fatto. Degli 84 membri del direttivo hanno votato (in forma segreta) 82 e di questi 41 hanno detto sì all’elezione di Viafora, i no sono stati 38 e gli astenuti 3. Il fatto è che malgrado il numero dei sì a Viafora sia stato maggiore dei no, lo statuto della Cgil prevede che in prima battuta, per essere eletto il segretario generale deve ottenere almeno il 50% delle preferenze dei membri del direttivo, ovvero 42 voti. Dunque, sarebbe bastato un solo sì in più a Viafora per arrivare alla fatidica quota di 42 voti favorevoli, cioè la metà dei membri del direttivo.

Ora, come prevede lo Statuto, il direttivo si dovrà riunire per una seconda volta e potrà eleggere il segretario generale con la sola maggioranza semplice dei votanti. La candidatura di Viafora - proposto dalla stessa Camusso - aveva già trovato forti opposizioni già due settimane fa, al congresso della Cgil Metropolitana tenutosi a Mestre. Tant’è che il direttivo eletto a tarda notte in chiusura del congresso, viste le divisioni, aveva deciso di rinviare l’elezione del segretario generale e avviare un chiarimento interno. Ma il chiarimento, se c’è stato, non ha modificato il parere dei dirigenti della Cgil che non ne vogliono sapere di avere come “capo” proprio Viafora, che già quattro anni fa, al precedente congresso chiusosi anche in quel caso senza un accordo sul nome del nuovo segretario generale, era stato designato come segretario pro tempore, finché non fu trovato un accordo tra le componenti della Cgil sul nome di Roberto Montagner.

Nei quattro anni di mandato, quest’ultimo ha risanato il bilancio della confederazione, valorizzato il patrimonio immobiliare, aumentato gli iscritti e tenuto unite le segreterie delle federazioni di categoria, che ora sono tornate a dividersi.

La patata bollente resta nelle mani di Susanna Camusso che dovrà redimere, al più presto, le baruffe veneziane.

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