Via vai di barche e taxi nel canale di Tessera. Tutti contro l’«autostrada della laguna»
VENEZIA. Traffico acqueo ad alto rischio in Canal Grande e nei canali cittadini. Ma anche in laguna, lungo l’«autostrada» che collega Venezia e Tessera dove taxi e imbarcazioni spesso sfrecciano. A lanciare l’allarme, anche dopo gli episodi degli ultimi giorni, è ora la Municipalità di Venezia con il suo presidente Giovanni Andrea Martini.
«Da tempo la Municipalità ha denunciato i pericoli per le persone e per il patrimonio artistico e culturale e ambientale della città a causa dell’impennata del traffico acqueo» scrive Martini, «determinata da un flusso turistico incontrollato che ha portato a un numero di mezzi sempre più alto in canali e rii. A questo si aggiunga la velocità di determinati natanti e le emissioni dei fumi. Un esempio eloquente è quella che potremmo chiamare l’«autostrada della laguna», con colonne costanti di taxi che, a tutta velocità, collegano Venezia a Tessera (e producono moto ondoso, erosione delle barene, pericolo per l’incolumità di trasportati, trasportatori e per il mal sopportato popolo che si ostina ad andare a remi). L’incidente tra motoscafo granturismo e vaporetto al Tronchetto, si aggiunge a una serie di incidenti che in pochi giorni hanno occupato le pagine dei giornali. Ma molti sono quelli che vengono risolti senza essere notificati, per evitare che se ne parli, come raccontano gondolieri e tassisti».
Secondo il presidente della Municipalità veneziana «l’intasamento in Canal Grande ha, tra le sue cause, il raddoppio della linea uno (che da Piazzale Roma porta a Rialto ed è più utile ai turisti che ai residenti), le carovane di taxi che stanno erodendo le fondamenta della stessa Ca’ Farsetti, le gondole che, con manovre a volte sconsiderate, mettono a rischio l’incolumità delle persone. Che le cose siano degenerate e che occorra correre ai ripari, lo dimostrano i bruschi rallentamenti a cui vengono costretti gli stessi mezzi di soccorso che, per urgenze, transitano in Canal Grande. Dovrebbero raggiungere al più presto il luogo presso cui portare soccorso, invece sono costretti a bruschi rallentamenti e a slalom tra gondole, taxi e battelli. Tutti lo possono tranquillamente vedere dalle rive del Canal Grande, soprattutto in prossimità del ponte di Rialto: proprio lì dove una tragedia c’è già stata, ma sembra non aver insegnato nulla. Il pericolosissimo pontile dell’ex Magistrato alle Acque, tra l’altro, rimane sempre lì. Dopo commissioni e interrogazioni al sindaco siamo riusciti, come Municipalità, ad ottenere un po’ più di attenzione e controlli nell’area del Bacino San Marco. Abbiamo dovuto far ricorso ad accesso agli atti per capire a che punto è il tasso di inquinamento provocato dai vaporetti. E il Rio Novo, con i suoi 3.000 passaggi giornalieri? E il Rio de Noal? E il rio di Cannaregio? E non parliamo delle isole, prese d’assalto dai granturismo che vomitano turisti che stanno convincendo molti residenti ad andarsene. E tutto questo perché, a monte, la gestione dei flussi a Venezia è totalmente assente. Anzi no: ci sono le apparecchiature per calcolare le presenze e l’utilissima segnaletica dei bellissimi totem gialli». —
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