Via Salettuol, l’angolo dell’eroina «Fateci chiudere strada o rampa»
Già a distanza, gettando l'occhio tra le siepi e i marciapiedi, si possono intravedere cartacce e sporcizia, ma è solo avvicinandosi alle grate di scolo, ai bordi della carreggiata, che si riconoscono le siringhe usate e abbandonate, cadute nelle fessure tra foglie e mozziconi.
Inoltrandosi sulla rampa che conduce al garage sotterraneo del condominio Fabio, poi, ci si ritrova costretti ad uno slalom tra aghi, vomito ed urina, mentre voltando l'angolo per proseguire in direzione di via Ariosto, sotto un reticolo di filo spinato, altre siringhe spuntano tra l'erba che circonda le rimesse affacciate sull'altra strada: in via Salettuol, a cavallo tra via Piave e via Cappuccina, la situazione è ormai degenerata ad un livello preoccupante, ed ogni giorno si possono incontrare tossicodipendenti nascosti dietro gli angoli dei palazzi, nel passaggio interrato dello stabile all'angolo con via Felisati o, più semplicemente, al riparo degli alberelli che costeggiano la stradina asfaltata; si tratta quasi sempre di eroinomani, che non esitano a "bucarsi" alla luce del sole.
«Li si incontra a qualsiasi ora», racconta una residente, le cui finestre guardano proprio in direzione di uno degli anfratti favoriti dagli sbandati , «fortunatamente non mi hanno mai importunata né aggredita, si limitano a farsi i fatti loro, ma vederli è una sofferenza: quasi tutti sono molto giovani». I recenti controlli e i passaggi più frequenti delle forze dell'ordine in zona sembrano avere garantito qualche giorno di respiro, almeno per il momento, ma gli abitanti del quartiere pensano a soluzioni più drastiche: «Se non ci lasciano chiudere la strada, almeno vedremo di recintare la rampa sotterranea», spiegano proprio dal condominio Fabio, «tutti i giorni siamo costretti a raccogliere di tutto là sotto».
Al piano terra dello stesso stabile sorge una dependance per gli ospiti del vicino hotel Piave, ma come spiegano due dipendenti dell'albergo ormai è difficile che quelle stanze vengano assegnate: «La porta e le finestre della camera danno proprio sul marciapiede e sulle aiuole», dicono le donne, «di conseguenza non facevamo che ricevere lamentele da parte dei clienti perché come mettevano fuori il naso si trovavano davanti a drogati che si piantavano aghi nel braccio. Spesso da noi vengono famiglie con bambini, che chiamavano la reception disperate chiedendo di chiudersi dentro».
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