Via Piave, trans nei guai

Gestiva “ragazze”, patteggia un anno e 8 mesi di reclusione

Il suo appartamento in via Piave era diventato un luogo di appuntamenti per sesso a pagamento. Ed era stato proprio il viavai su e giù per le scale del condominio a mettere gli investigatori sulla pista giusta e a stringere il cerchio intorno a J.C.G, noto trans peruviano residente a Mestre ormai da tempo. Finito sotto processo per sfruttamento della prostituzione, ha patteggiato ieri un anno e otto mesi di reclusione e 400 euro di multa davanti al gip Daniela Defazio e al pm Francesca Crupi.

Secondo l’accusa il trans era riuscito a mettere in piedi una fiorente attività di sesso a pagamento all’interno di un appartamento che aveva preso in affitto in via Piave.

Grazie alle sue conoscenze, era in grado di “gestire” alcune ragazze e di organizzare appuntamenti all’interno del suo alloggio potendo contare su discreto numero di clienti.

L’andirivieni di donne che non passavano inosservate e di uomini a tutte le ore del giorno e della notte non era passato inosservato ed erano partite le prime segnalazioni da parte dei vicini.

Scattate le indagini, erano iniziati gli appostamenti che, nel giro di breve tempo, avevano fatto emergere la verà attività che si consumava tra le quattro mura dell’appartamento.

A tenere le fila del giro c’era l’intraprendente trans peruviano che procurava ragazze a pagamento ai suoi clienti.

Rinviato a giudizio con l’accusa di sfruttamento ha patteggiato ieri in Tribunale a Venezia un anno e otto mesi di reclusione.

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