Via l’insegnante con precedenti per pedofilia
PORTOGRUARO. Comportamento inadeguato. Per questo, e non tanto per la condanna subita qualche tempo fa il professore di laboratorio di acconciature si è dimesso dalla scuola superiore, l’Ipea. L’uomo era stato condannato a 6 anni di reclusione (pena scontata) per pedofilia. Aveva pagato per quell’odioso reato e ha tentato di reinserirsi nella società, come prevedono sia il regime detentivo sia la Costituzione. Purtroppo, però, ha tenuto un comportamento non consono al suo ruolo di insegnante, e non si parla di molestie o approcci, fortunatamente. «Si sono verificati una serie di episodi, che stiamo tutt’ora approfondendo», ha spiegato il coordinatore della scuola di via Boccaccio, Marco Spiandorello, «di sicuro siamo rimasti basiti. Ed è un peccato: come insegnante è molto bravo, con un curriculum di tutto rispetto». La novità, emersa nelle ultime ore, è che l’insegnante, di origine meridionale, residente tra San Donà e Mestre, era solito offrire un passaggio agli alunni che abitano in quelle zone, studenti minorenni che forse non avrebbero dovuto accettare di farsi accompagnare a casa dal prof, di cui evidentemente si fidavano. Cos’è accaduto in quei viaggi?. «Sembrerebbe sia accaduto anche questo, che lui abbia accompagnati i ragazzi a casa», ha commentato a proposito Spiandorello. Nessuno, però, ha riferito che la vicenda era seguita dalle forze dell’ordine. Cui si sono rivolti gli stessi studenti . «Qui da noi c’è un professore condannato per pedofilia», la voce si era ormrai sparsa in tutto l’istituto. Su Internet c’erano le tracce del dispositivo di condanna. Messo alle strette, il professore ha comunicato spontaneamente le sue dimissioni dall’istituto privato. Uno di quelli a cui avrebbe potuto aspirare per l’insegnamento. Sulla casella giudiziaria dell’insegnante parrucchiere, infatti, ci sarebbe infatti anche l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. «Questo», sostiene ancora Spiandorello, «non ce l’aveva mai detto». Alle forze dell’ordine di Portogruaro si era rivolta anche una coppia di genitori, preoccupata per quanto il figlio aveva detto loro. Gli stessi si sono rivolti alla forza pubblica, i cui rappresentanti hanno riferito di poter fare ben poco, visto che l’insegnante aveva già saldato il suo debito con la giustizia. «Eravamo preoccupati», hanno riferito questi genitori, «ci eravamo chiesti se ci fossero gli estremi per una denuncia o comunque un provvedimento». La pressione per il prof dev’essere divenuta insostenibile». (r.p.)
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