Via libera alle paline in pvc ma non in Canal Grande
VENEZIA. Via libera alle paline in plastica “certificata”. La delibera è pronta, e approderà oggi in giunta. A partire dalla metà di marzo si potranno sostituire i vecchi pali in legno con quelli in Pvc. Non dappertutto, perché occorre rispettare le indicazioni della Soprintendenza. Continuano ad essere vietate infatti in Canal Grande, Bacino San Marco e sulle rive davanti ai palazzi notificati anche nei rii interni (fino a otto metri da una parte e dall’altra).
Ma la sperimentazione del Magistrato alle Acque, avviata insieme ad Arpav e Cnr, si è conclusa quasi un anno fa. E adesso dopo lunghi studi gli uffici della Mobilità hanno messo a punto il provvedimento. Una toppa a una falla normativa che stava diventando troppo grande. Perché sono migliaia i concessionari di spazi acquei che in assenza di una regola chiara usavano il metodo del fai da te. Dunque, pali in ferro, in plastica e in altri materiali vietati dai regolamenti. Pali ricoperti anche davanti ai palazzi comunali e della Pubblica amministrazione in Canal Grande. Tolleranza dei vigili, in assenza di chiarezza. E qualche «raid» che ha sollevato accese proteste. Adesso con la nuova delibera tutto dovrebbe essere più chiaro. E i vigili autorizzati a punire chi viola le nuove norme.
Il problema è che le mutate condizioni della laguna - temperatura e correnti - e il diverso tipo di legno impiegato - meno stagionato e meno resistente - hanno abbreviato la vita della paline e delle briccole. Se fino a qualche anno fa la loro durata media era di vent’anni, adesso si devono sostituire dopo due-tre anni.
Si è sviluppato anche il fenomeno delle teredini, vermi che intaccano il legno e alla fine provocano la rottura dei pali. A questo si aggiunge la forza demolitrice delle correnti, aumentate dopo gli scavi per il Mose alle bocche di porto. Chi ha la barca ormeggiata in prossimità di canali che mettono in comunicazione con la laguna o il Canal Grande può osservare un rapido deteriorarsi delle strutture. Teredini, ma anche corrosione, riducono la vita dei pali.
In laguna ce ne sono più di 50 mila, senza contare quelli non autorizzati. Per realizzare - e curare la manutenzione - della foresta d’acqua occorrono decine di migliaia di piante e la loro disponibilità, come il loro costo, adesso è cambiata. Molto legno proviene da alberi poco stagionati e di media qualità. Così il Comune pensa al Pvc. Cambiamento che fa inorridire i puristi, convinti che esistano metodi efficaci per preservare il legno come le graffette o i trattamenti. Dibattito antico. E adesso il Comune autorizza le paline in plastica. Ad eccezione del Canal Grande.
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