Via il tumore con il robot: "Vi racconto la mia rinascita"
CHIOGGIA. “E’ stato terribile quando l’ho saputo. Un cancro è un cancro e non puoi sapere come finirà. Ma questa esperienza mi ha permesso di rivedere la mia vita. Come dire: non tutti i mali vengono per nuocere. Oggi la mia vita è diversa, penso più a me stessa, mi prendo i tempi necessari per ogni cosa. Un grazie di cuore ai ginecologi di Chioggia che hanno permesso tutto questo”.
Teresa Milani, una signora residente a Piove di Sacco, aveva un carcinoma all’endometrio. In questi casi le strade sono solitamente due: un intervento chirurgico tradizionale oppure un intervento in laparoscopia. Dipende sempre dal caso, dal tipo di tumore, da quanto è circoscritto o meno. Da circa un anno, però, da due, si è passati a tre alternative di tipo chirurgico, grazie al Robot Da Vinci dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre. Un robot operatorio di ultima generazione, acquisito dall'Asl 12 Veneziana con la formula originale, unica in Italia, di un suo utilizzo per tutte le Asl della provincia di Venezia, quindi anche per Chioggia.
“Si tratta di un esempio concreto di sanità messa in rete", ha dichiarato il direttore generale dell'Asl 14 Giuseppe Dal Ben, "dove, all’interno di una provincia, in questo caso quella veneziana, possiamo condividere tra le varie Asl una strumentazione importante e unica, pur trovandosi fisicamente allocata nell’ospedale di Mestre. Una opportunità operatoria di ultima generazione a cui possono accedervi e usufruirne non solo professionisti provenienti da altri ospedali, ma anche i loro stessi pazienti. E questo a tutta garanzia di una sanità eccellente ed equa per tutti”.
Dopo la conferma della diagnosi che evidenziava un tumore ben delimitato e quindi adatto per essere rimosso con il robot di Mestre, si è proposto questo tipo di trattamento chirurgico alla paziente che ha accettato.
“Il robot da Vinci", hanno spiegato il primario di ginecologia dell’ospedale di Chioggia Luca Bergamini insieme ad uno dei due ginecologi che hanno eseguito l’intervento a Mestre, Sergio Porto, "costituisce la frontiera più recente della robotica applicata alla chirurgia e della tecnica detta “videolaparoscopia”. In questa tecnica, grazie ai bracci operanti, alle cui sottilissime estremità sono montati strumenti per tagliare, cauterizzare, suturare, il “robot” costituisce in pratica una potente e precisissima estensione del chirurgo, che lo controlla da remoto e lo manovra attraverso una console dedicata. Una microcamera su un endoscopio restituisce al chirurgo immagini ad altissima definizione degli organi interni del paziente. L’operatore si trova quindi ad operare grazie alle minuscole “mani” del robot, controllando il loro operato su uno schermo e guidandole, con l’uso di joystik e di pedali, a compiere movimenti controllati al millimetro impossibili per delle mani vere".
Insieme al dottor Porto, in sala operatoria c’era anche il dottor Michele Caramia, più il personale anestesista della sala operatoria di Mestre. Un intervento di questo tipo comporta innumerevoli vantaggi per il paziente come la riduzione del trauma chirurgico e della degenza (solo due giorni di ricovero) e il rapido recupero delle attività quotidiane.
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