«Via i doppioni a Dolo e Mirano»

La ricetta della Cgil sul futuro degli ospedali dell’Asl 13: «Cardiochirurgia a Mestre e cedere Noale»
Di Filippo De Gaspari
MIRANO: OSPEDALE: 28/2/06 LIGHT IMAGE
MIRANO: OSPEDALE: 28/2/06 LIGHT IMAGE

MIRANO. «Confermare l’ospedale di Dolo come presidio ospedaliero con indirizzo chirurgico, mentre per quello di Mirano la vocazione è internistica. La Cardiochirurgia? A Mestre». Puntuale con l’estate arriva il dibattito sul destino degli ospedali di Mirano e Dolo.

Se ne è parlato anche la scorsa settimana in un’assemblea pubblica organizzata dalla Funzione pubblica della Cgil di Venezia in villa Errera. Da questo tavolo è arrivata la proposta del sindacato di creare una divisione dei reparti in modo da collocare le varie unità operative nelle due diverse sedi. In pratica unificare i doppioni in base alla specialità di appartenenza dei due ospedali. Alcuni esempi: «Le due unità di degenza chirurgica di Dolo e Mirano», fa notare Marco Busato, Fp-Cgil, «devono diventare una sola unità collocata a Dolo, perché non servono due sedi chirurgiche ma una sola unità altamente funzionale che possa erogare prestazioni efficaci ed efficienti. A Mirano invece potrebbe rimanere un servizio di day-surgery polispecialistico. Così anche Cardiologia a Dolo non serve come unità di ricovero, in quanto non completa dei livelli specialistici come l’Utic e l’Emodinamica interventistica».

Sempre secondo la Cgil a Dolo serve un livello cardiologico ambulatoriale efficiente per le diagnosi precoci e la prevenzione, mentre le degenze dovranno essere trattate a Mirano mantenendo lì anche il livello ambulatoriale. Gli unici a dover rimanere di fatto dei doppioni saranno i Pronto soccorso, necessariamente autonomi e funzionali alla gestione dell’emergenza del territorio.

Insomma di vera e propria riorganizzazione si è parlato e i sindacati lo hanno fatto davanti a politici regionali e direttori sanitari. Ma a far clamore è soprattutto la questione Cardiochirurgia: «Il nuovo piano socio sanitario ha posto la parola fine alla presenza negli ospedali di rete delle alte specialità, che devono essere presenti nelle strutture di riferimento provinciale», sostiene la Cgil, «per questo riteniamo che l’ipotesi di concentrare Cardiochirurgia nell’Asl12 vada sostenuta per liberare risorse da reinvestire nelle altre specialità ed elevare il livello di risposta erogata alla nostra popolazione».

Una posizione che farà discutere: «Noi non crediamo in soluzioni capaci solo di divorare risorse al resto della nostra Asl», puntualizza Busato, «piuttosto va valorizzato il ruolo dei dipartimenti di prevenzione, per svolgere veramente quella funzione di prevenzione nei luoghi di lavoro e nel territorio. Inoltre deve partire la ristrutturazione a cominciare dal’ospedale di Dolo, dove vanno sistemate le sale operatorie, il Pronto soccorso, la Rianimazione e il monoblocco chirurgico, mentre a Mirano si deve iniziare un percorso per liberare le strutture per cui si paga l’affitto ad esterni. Spostare infine le attività di Noale nelle altre due strutture, per liberare costi di gestione di una struttura sottoutilizzata, magari da trasformare in ospedale di comunità o cederlo a privati per insediare servizi integrativi al settore pubblico».

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