«Via del Tinto, fermare lo scempio edilizio»

Da una parte l’idea dell’orto botanico e dall’altra, a ridosso del bosco di Carpenedo, una lottizzazione contro la quale i cittadini si preparano a fare le barricate. È quella di via del Tinto, tra il villaggio Sartori e villa Matter, dove sono previste più di venti villette milionarie, che negli ultimi anni ha avuto un iter piuttosto travagliato, e di cui in molti si era scordati. I primi a presentare il progetto erano stati quelli della società De Munari, che presentavano il loro progetto di 27 villette come «il nuovo modo di vivere in centro a Mestre», un villaggio chiuso con controlli agli accessi 24 ore su 24 e destinato quindi a una clientela ricca. Quel progetto - passato per il Tar e il Consiglio di Stato, che infine aveva dato ragionei alla società - ritorna ora d’attualità perché la società che ha intenzione di realizzarlo, la Dream House di Marino Bergo, di Martellago, ha presentato al Comune la richiesta di partire con le opere di urbanizzazione, propedeutiche alla realizzazione della lottizzazione. E ora, che succede? Contro il nuovo quartiere si stanno muovendo residenti, e comitati. Ieri è intervenuto Marco Calzavara, architetto e presidente dell’associazione per il Bosco di Mestre, che chiede al Comune e alle associazioni di mobilitasi. «Il boschetto di Carpenedo è l’ultimo relitto dello storico bosco planiziale che data più di 2000 anni. Un bene come lo storico boschetto planiziale di Carpenedo merita amore e rispetto. Il bosco ha bisogno di un’area verde circostante che faccia da cornice e consenta un avvicinamento soft, dall’area antropizzata all’ambiente naturale. La biologia ci insegna che i boschi, per vivere e far prosperare flora e fauna, hanno bisogno di una fascia perimetrale, un cuscino di protezione dai centri abitati. Il bosco di Carpenedo, che è un sito protetto ai sensi della direttiva “Habitat” dell’Unione Europea, merita lo stesso rispetto di una chiesa, di un santuario o di un monumento visto il suo alto valore naturalistico. Siamo molto preoccupati che qualcuno voglia costruire così vicino al boschetto». Anche perché i progettisti potrebbero godere di quanto previsto dal Piano Casa, che consente un aumento della cubatura. «Vorremmo che, nella nostra città, le persone, di fronte all’interesse privato, non dimenticassero la necessità di tenere nella dovuta considerazione anche l’interesse collettivo», prosegue Calzavara, «di fronte a interventi di questo tipo è necessario che la cittadinanza e le varie associazioni vengano ascoltati, non sto parlando di una mera opposizione ma di un contributo costruttivo affinché gli interventi vengano realizzati nel giusto modo». Come? Ad esempio garantendo alla società il diritto di costruire, ma spostando l’intervento altrove, così da tutelare il bosco di Carpenedo. E’ un’ipotesi sulla quale potrebbe essere al lavoro il Comune, anche se per il momento l’assessore all’Urbanistica, Massimiliano De Martin, preferisce il silenzio. «È una lottizzazione sulla quale stiamo lavorando», si limita a dire, «e quando tutti gli aspetti saranno più chiari renderemo nota la posizione del Comune». Proprio nei prossimi giorni è previsto un incontro tra De Martin e Calzavara. Secondo il presidente dell’associazione «il Comune ha strumenti importanti per impedire questo “scempio”, uno fra tutti la perequazione urbanistica, strumento che permette il travaso di cubature su altre aree, e le varianti urbanistiche, se si vuole, possono essere velocissime». (f.fur.)
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