Via Dante, la lotta allo spaccio si fa anche a colpi di panchina

Protesta dei residenti: in via Dante, usate dai pusher in attesa dei clienti, ne sono state tolte cinque e spostate altre quattro

MESTRE. La quotidiana “battaglia” contro gli spacciatori in città non si gioca solo con arresti e controlli delle forze dell’ordine ma anche con piccole azioni di contrasto. La prova non sono solo i manifesti fatti affiggere dall’assessore Gianfranco Bettin contro gli “infami” che spacciano. Lo sono anche le panchine di via Dante, tra via Cappuccina e via Piave, che scompaiono e vengono spostate. Niente a che vedere con le panchine tolte dall’ex sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, per non far sedere gli immigrati. A Mestre vengono attuate azioni mirate per arginare la paura degli spacciatori sotto casa. È ormai chiaro che dopo la stretta nella zona di via Piave gli spacciatori si stanno spostando cercando altri luoghi dove agire. Da Marghera e dalla stazione la direttrice è oggi quella del parco di villa Querini, abbandonato dai mestrini da tempo e diventato luogo di incontro prima di badanti e ora di pusher nordafricani. Qui poche settimane fa si sono sentiti spari nella notte per uno scontro tra bande di spacciatori su cui indaga il commissariato di Mestre.

Vie di collegamento al parco, oltre a via Piave, sono le zone del nuovo allarme, come via Cappuccina e via Dante, tranquilla strada riservata a pedoni e biciclette che mette in collegamento la zona di piazzale Da Vinci con via Sernaglia, a due passi dalla stazione, e da qui al sottopasso ciclabile per Marghera sotto la stazione ferroviaria. Anche in questa zona di sera compaiono personaggi che contribuiscono a rendere maggiore la sensazione di insicurezza nei cittadini. I residenti di via Dante, nei mesi scorsi, hanno alzato la voce con il Comune e l’Etam, il servizio di comunità che già opera in via Piave, chiedendo di togliere tutte le panchine agli spacciatori che di sera transitano in zona, in bici, diretti verso villa Querini dalla stazione e da Marghera e qui si fermano a discutere, parlottare o attendere altre persone, forse dei clienti.

La mediazione dell’Etam in collaborazione con la polizia municipale di Mestre e il commissariato di via Ca’ Rossa, ha prodotto una soluzione alternativa: sono state tolte 5 panchine, due lungo il viale e le tre posizionate sul muro della scuola elementare Cesare Battisti, e sono state spostate le altre quattro, in modo tale che chi si siede non guardi verso le casette basse di via Dante ma verso la strada. In questo modo, i pusher che di sera si fermano su quelle panchine, complice la tranquillità della zona e gli alberi, non possono guardare diritto verso le finestre dei residenti. Servirà a qualcosa? Vedremo. Ma anche queste piccole azioni sono un contributo, seppur minimo, ad una lotta quotidiana per strappare le vie del centro di Mestre alla presenza dei spacciatori, italiani o stranieri non importa. In via Piave da mesi i residenti del gruppo di lavoro hanno adottato le aiuole vicino al centro civico, a due passi da via Dante, piantando fiori e piante là dove, nel buio, si incontrano spacciatori. Una sorta di guerra di nervi, a chi resiste di più. In via Dante e in via Cappuccina questo piccolo intervento sulle panchine decreta anche il via alla collaborazione tra cittadini e Etam. Perché per combattere microcriminalità e degrado, i cittadini devono trovare voce e ascolto e condividere scelte con gli amministratori.

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