«Via al Contorta, è fermo da tre anni»
La riunione è sui carburanti delle navi. Ma Paolo Costa non resiste. «Mi son svegliato alle 5», confida, «e ho scritto queste due cose». Eccolo l’atto d’accusa del presidente del Porto. «Sono tre anni che aspettiamo: adesso siamo pronti e stiamo lavorando alla gara internazionale. L’unico progetto per salvare la croceristica oggi è scavare il canale Contorta. Il resto è irrealizzabile in tempi brevi. Ci diano il via, il più presto possibile. Solo così risponderemo all’urgenza di togliere le navi da San Marco». La miglior difesa è l’attacco. E il presidente del Porto sollecita il governo: «Decidano, in fretta. Sono tre anni che l’Autorità portuale ha presentato la sua soluzione».
E le alternative, sollecitate anche dall’ordine del giorno del Senato? Costa replica sicuro: «Abbiamo fatto quello che il Senato chiedeva, le abbiamo valutate. Ma nessuna è praticabile per motivi funzionali o di sicurezza. Dunque, non possiamo definirle di interesse pubblico». Le quattro soluzioni di lungo periodo (il Lido, Marghera, il nuovo porto a Dogaletto e quello possibile a Santa Maria del Mare, nei cantieri usati per i cassoni del Mose) vengono rinviate a dopo l’approvazione del Piano regolatore. E soprattutto, all’avvio della nuova organizzazione con l’off shore.
Pressione neanche tanto velata sul governo Renzi e sul nuovo ministro dei Lavori pubblici Graziano Delrio a «fare presto». E a dare il via all’iter per lo scavo del Contorta. E le osservazioni, le stroncature e i dubbi della commissione Via sull’impatto ambientale del nuovo scavo? «Tutto risolto», assicura Costa, «abbiamo dato risposte avvalendoci anche di istituti come il Corila, il Cnr, l’Università, il Magistrato alle Acque. E alla fine ne è uscito un progetto nuovo. Un grande recupero ambientale e morfologico in un’area che non è interessata da attività umane, a parte qualche pescatore. E che si occupa anche di questioni portuali».
Avanti tutta, dunque. Contro l’opinione dei comitati ma anche di tutti i candidati alla poltrona di sindaco, che sul tema hanno idee molto diverse. E invitano ad attendere due mesi e la nuova giunta.
Costa cita il decreto Clini-Passera, che risale ormai a tre anni fa, firmato sull’onda dell’emozione per il naufragio della Costa Concordia. E anche la delibera del Comitatone, convocato in pieno agosto a Roma, che aveva autorizzato il Porto a procedere con il progetto Contorta. «La legge assegna all’Autorità portuale», dice, «il compito di stabilire quali siano i progetti alternativi possibili e quali no». Normale che sia il presentatore di un progetto a decidere sull’ammissibilità dei concorrenti? «Certamente», dice il presidente del Porto, «la legge parla chiaro». Un appello indirizzato al governo. «Da tre anni cerchiamo di convincere le compagnie ad accettare autolimitazioni», recita una nota dell’Autorità portuale, «ma adesso gli operatori ci chiedono certezze. Venezia deve tornare al più presto il principale porto capolinea del Mediterraneo orientale. E questo si fa solo scavando il nuovo canale Contorta-Sant’Angelo».
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