Vetronaviglio ha chiuso 23 dipendenti a casa
PIANIGA. La Vetronaviglio ieri ha chiuso per sempre i battenti a Rivale di Pianiga. È arrivato così con la metà del mese il temuto trasferimento dell’azienda a Bareggio, nel Milanese. Da lunedì a Pianiga lavoreranno i dipendenti addetti a coordinare e fare l’inventario del trasferimento dei macchinari e delle merci nel deposito da portare via. A casa da ieri 23 dipendenti per i quali si aprono le strade degli ammortizzatori sociali e delle liquidazioni. «Fin dall’inizio diversamente da altri sindacati», spiega Michele Pettenò, della Filctem Cgil, «avevamo capito con precisione le intenzioni dell’azienda e non ci siamo sbagliati. Decine di lavoratori a spasso e famiglie che rischiano la povertà».
L’azienda secondo il sindacato punta ad aprire a Bareggio un capannone per piazzare i macchinari che servono per lo più a far funzionare la marchiatura di fabbrica su prodotti già finiti altrove. Da Bareggio emerge come Vetronaviglio abbia già acquistato in passato un capannone vicino al depuratore di quel paese.
La decisione di chiudere tutto è arrivata ai primi di settembre, quando l’azienda che produce contenitori di plastica ha annunciato di volersi trasferire. Iniziò uno sciopero ad oltranza. Vetronaviglio rispose in quell’occasione mettendo in ferie forzate una ventina di dipendenti e sostituendo chi aveva scioperato. Accusata di attività antisindacale Vetronaviglio srl è stata condannata a fine 2015 dal giudice del Tribunale del Lavoro di Venezia. Ora il triste epilogo. «L’azienda ha proposto formalmente», conclude Pettenò, «un trasferimento a tutti nel Milanese sapendo che nessuno lascerebbe casa e famiglia per andare a vivere a 250 chilometri di distanza. I lavoratori si sono dimessi in massa per giusta causa e a tutti abbiamo spiegato di non accettare alcun accordo sulle liquidazioni». (a.ab.)
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