Vetro di Murano, allarme falsi: «Il 70 per cento è contraffatto»

La denuncia di Promovetro: «I due terzi dei pezzi messi in commercio vengono prodotti fuori dall’isola» Si punta a un bollino di qualità che certifichi la filiera: basterà uno smartphone per verificarne l’origine
MORSEGO INTERPRESS VENEZIA 01.10.12. MAESTRI DEL VETRO DI MURANO
MORSEGO INTERPRESS VENEZIA 01.10.12. MAESTRI DEL VETRO DI MURANO

MURANO. «La contraffazione del vetro muranese sta causando un danno di immagine colossale, maggiore anche di quello economico. Per far fronte a questa situazione siamo quasi pronti a immettere sul mercato il nostro marchio in versione informatizzata, per dare tracciabilità al prodotto». Il Consorzio Promovetro Murano non molla la presa nella lotta contro il falso, e attraverso il suo presidente Luciano Gambaro rilancia il guanto di sfida. «La situazione è talmente grave che si fanno i conti con prodotti contraffatti che hanno ormai il sopravvento da tempo sugli originali», aggiunge. «Solo a Venezia e Murano si stima che quasi il 70 per cento del vetro venduto non sia originale, due terzi del totale. Ci si deve rendere conto che il vetro fatto a Marcon, in Toscana, a Napoli o in Cina non è vetro originale di Murano. Quello originale è tale proprio perché è solo fatto sull’isola. Non lo diciamo così a caso, ma lo ribadiscono delle sentenze chiarissime. La situazione è grave, e tutte le istituzioni se ne devono rendere conto, perché di lavoro da fare ce n’è ancora moltissimo su questo fronte. Una battaglia che combattiamo ogni giorno».

Il Consorzio Promovetro rappresenta cinquanta aziende di settore a Murano (pari a circa l’80 per cento del totale), e in sé ha rappresentanti sia del settore industriale che di quello artigianale. Ha in gestione il marchio del vetro originale che è di proprietà della Regione Veneto, e lo dà poi in concessione alle aziende che ne fanno richiesta e che rispondono ai requisiti di regolamento.

«Il messaggio che lanciamo è chiaro e diretto anche alla futura giunta: noi siamo gli interlocutori per questo settore perché ci chiamano da tutto il mondo, abbiamo quasi 100 mila persone che ci seguono sul principale dei tre profili dei social network, deteniamo il marchio e vogliamo e dobbiamo essere ascoltati, altrimenti si andrà a fondo», sottolinea Gambaro. «Il 2014 è stato un anno comunque positivo sotto il profilo della tutela del marchio, perché siamo riusciti a far puntare i riflettori sul problema e sul disagio che la contraffazione provoca. Un lavoro frutto di quanto stiamo facendo dal 2012, ma c’è tanta strada da fare ancora. Abbiamo affidato uno studio sul settore, i cui risultati contiamo di averli a breve, ma il vetro falso ci sta uccidendo. Questa è la sola vera attività manifatturiera del centro storico, e con il nuovo bollino informatizzato speriamo di ottenere un vantaggio contro i furbi. A quel punto, basterà uno smartphone per capire la filiera del prodotto e se questo è originale oppure no».

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