Vetrine luccicanti per Tiffany a San Marco e la Fenice tutta blu

Il mito newyorkese dei gioielli ha inaugurato in Calle Vallaresso il nono negozio in Italia e ha festeggiato con un gala "grondante" diamanti. Dieci dipendenti, locali blindati e protetti da un maxi sistema di sicurezza
Interpress/ Gf.Tagliapietra.21.03.2016.- TIFFANY
Interpress/ Gf.Tagliapietra.21.03.2016.- TIFFANY

VENEZIA. Fenice tutta illuminata "Blue Tiffany" per la cena di gala superesclusiva, "grondante" diamanti, organizzata dalla maison per festeggiare l'apertura del suo nuovo negozi in calle Vallaresso, a due passi dall'Harry's Bar.

Nomi blasonati, lusso elegante e gioielli in ogni dove alla Fenice, che ospita in questi giorni una mostra nella quale diamanti, platino, oro prendono vita in tredici tra farfalle e libellule, gioielli usciti dalgi archivi storici della casa newyorkese.

Dici Tiffany e vedi Audrey Hepburn che mordicchia un cornetto, sorseggiando caffè dal suo americanissimo bicchiere di carta, stretta nel tubino nero, sognante davanti ai gioielli in vetrina, nell'alba della Quinta Strada: “Colazione da Tiffany”, magnifica commedia di Blake Edwards datata 1961, prima ancora, magnifico romanzo firmato da Truman Capote e, di certo, colpo di marketing del secolo.

Anche per questo immediato richiamo nell’immaginario collettivo, diventa una notizia che il “mito” newyorkese dei gioielli abbia aperto le sue luccicanti vetrine in calle Vallaresso, a due passi dall'Harry's Bar, nel cuore del polo del lusso veneziano, quello dove gli affitti raggiungono anche i 40 mila euro al mese. Un anno di lavori per trasformare quella che era la fredda sede di una banca in 240 metri quadrati di morbidi velluti crema e acquamarina, richiami Art Deco nella facciata con le spighe di grano incise su vetro (uguali a quelle sulla Fifth Avenue), magnolie e glicini in oro bianco che sbocciano sulle pareti a incorniciare le teche blindate che espongono (e proteggono) diamanti e orologi da migliaia di euro che i più possono solo guardare, ma anche più “umane” catenine in argento con gli inconfondibili cuori, le chiavi e i lucchetti che si vedono ai polsi e al collodi teenagers e delle loro madri. Il tutto avvolto da una rete di infrarossi e telecamere dell’impianto di sicurezza (anch’esso) da film. All’ingresso, una cornice di Blue Box con l’immancabile fiocco bianco, il “pacchetto” più famoso al mondo, vero e proprio marchio di fabbrica, dal colore delle uova del pettirosso americano e che si è aggiudicato un posto tutto suo nel Pantone dei colori: “Pantone 1837”, dall’anno della fondazione della gioielleria, a New York.

È Raffaella Banchero - amministratrice delegata di Tiffany Italia - a tagliare il nastro della seconda gioielleria del marchio in Veneto (dopo Verona), nono negozio in Italia e oltre trecentesimo nel mondo, davanti a una piccola folla di giornalisti, invitati, curiosi, un gruppo di turisti giapponesi che fende la piccola folla infastidito e anche una mendicante, accovacciata dirimpetto a tanto luccicare. A tenere a battesimo la boutique del gioiello, anche John Loring, direttore creativo di Tiffany, designer che ha legato il suo nome alle creazioni più famose.

L’amministratrice delegata racconta «Negozio unico, con le paratie per l’acqua alta»
Interpress/ Gf.Tagliapietra.21.03.2016.- TIFFANY

Dieci le giovani donne al lavoro tra tanto brillare, capaci di accogliere i clienti in dieci lingue differenti, selezionate e formate dalla maison. In vetrina, diamanti di tutti i tagli e colori, le creazioni essenziali di Elsa Peretti e quelle accese di Paloma Picasso, gli “smiles” della collezione T della design director Francesca Amfitheatrof. I gioielli più belli - tredici preziose farfalle di diamanti - sono però in questi giorni nel foyer del teatro della Fenice, che ieri sera ha ospitato il gala della maison. Farfalle e libellule intessute da centinaia di diamanti, ispirate a disegni degli archivi storici della casa, come la “Butterfly” di scena proprio in questi giorni alla Fenice.

 

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