Vetrego, chiude l’ultimo negozio

Addio a “Pane e salame”: luci spente dal 31 ottobre. Ora nella frazione di Mirano ci sono solo case
Di Filippo De Gaspari

VETREGO. Non era un alimentari qualsiasi, anche se ormai ne sopravvivono davvero pochi. “Pane e salame”, con quel nome così casereccio, era per Vetrego l’ultimo baluardo del commercio, in una frazione sempre più deserta e relegata ai margini, dopo la ferita del Passante e il raddoppio della ferrovia. I residenti non mancano, anzi ne arrivano di nuovi, ma tenere aperto un negozio rimane una chimera. “Pane e salame” chiuderà a fine mese, la sera di Halloween, che più cupa di così non poteva essere. La titolare, Patrizia Billeci, che proprio poche settimane fa era stata premiata dal Comune per il coraggio e la dedizione, ha tentato in tutti i modi di salvare l’attività, che era prima di tutto passione. Aveva messo sconti sui prodotti, tirando la cinghia, aveva saputo farsi amare anche per quell’iniziativa, semplice ma così poco copiata, di regalare il pane a fine giornata alle famiglie più bisognose del paese, invece che buttarlo.

Eppure i vetreghesi non hanno saputo, o potuto, fare la loro parte. Perché indubbiamente la spesa al supermercato (e la concorrenza, appena fuori paese, è spietata) costa meno: i grandi marchi comprano stock di prodotti, “Pane e salame” poche confezioni e a conti fatti non c’è proprio storia. Ai residenti Patrizia chiedeva solo di passare ogni tanto, far sopravvivere non tanto il negozio, ma un marchio di qualità, un luogo di ritrovo, un’attività in un paese che di attivo ha sempre meno, un sogno. Il suo minimarket ha resistito, tra difficoltà enormi, quattro anni.

«Tutto il mio entusiasmo, il tempo, l’amore e la professionalità si sono concentrati in questo piccolo locale», spiega la titolare, «purtroppo non sono riuscita a trasmettere tutto questo e a malincuore il 31 ottobre devo chiudere. Ringrazio tutte le persone che ci hanno creduto come me e tutti i miei affezionati clienti: alcuni di loro sono diventati e si sono dimostrati dei veri amici, grazie per questa bella esperienza». A Patrizia non è rimasto che mettere in vendita tutto, muri, frigo, bancone e il resto dell’attrezzatura e ora la missione è cercare qualche acquirente. Ne avrebbe bisogno, perché adesso è senza lavoro e con il mutuo ancora da estinguere.

Nel frattempo Vetrego resta senza un negozio. «La colpa è soltanto nostra», commentano due anziane del paese, «avevamo minimarket, pizzeria d’asporto, parrucchiera, tabaccheria. Tutto chiuso perché la maggior parte di noi non se ne è mai servita. Non lamentiamoci se a Vetrego non c’è nulla».

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