Vetrai in lutto a Murano, si è spento Arnaldo Toso
Venezia. Aveva 78 anni e apparteneva alla famiglia della storica vetreria fondata nel 1854. Il commosso ricordo della figlia Caterina. Oggi alle 11 funerale a S. Pietro Martire
MURANO. Murano piange Arnoldo Toso, figura carismatica e ultimo erede diretto di un pezzo di storia muranese, la vetreria Fratelli Toso nata nel 1854. Scomparso martedì all’età di 78 anni, Arnoldo apparteneva al ramo “Cangioro” della famiglia Toso, un soprannome affibbiato intorno al ‘600 a chi lavorava i metalli preziosi.
Arnoldo era entrato a lavorare nell’azienda di famiglia da ragazzo. Non diventa, però, maestro vetraio. Il suo lavoro era quello di “fare le partite”: si occupava cioè di realizzare le miscele di polveri, sabbie e minerali che poi vanno in fusione all’interno dei forni. Da grande, poi, diventa il responsabile della gestione commerciale dell’azienda, con le murrine come punta di diamante della produzione familiare. Tranne una piccola parentesi a Venezia, la sua vita passa interamente tra i canali e le calli muranesi. Nella stessa casa in cui è nato, infatti, è voluto restare fino all’ultimo.
Un carattere forte, carismatico, intelligente e diretto, come lo descrive la figlia. «Non era una persona che passava inosservata, sia in positivo che in negativo» racconta Caterina Toso «Era molto ironico, aveva sempre una battuta in serbo per tutti. Nessuno di quelli che l’ha incontrato può essersi dimenticato di mio padre».
Da vent’anni a questa parte l’azienda Toso non produce più vetro, ma si occupa di esposizione di antiquariato in un piccolo museo, in cui custodisce il suo ricco archivio storico. Perché anche nel vetro, l’economia comanda e il mercato negli anni si è trasformato: grosse perdite, ma anche molte trasformazioni. Un tempo, a Murano c’erano vere e proprie industrie che producevano anche oggetti di uso comune in vetro. Oggi, ormai, resistono i maestri più bravi che puntano sul pezzo unico, da collezione.
Un mondo in trasformazione, quello del vetro, in cui però la Fratelli Toso è riuscita a ricavarsi uno spazio. Anche grazie alla ricetta lungimirante di Arnoldo. «Come mi ha insegnato mio padre» spiega ancora Caterina «la storia non va mai dimenticata, anche nei momenti di crisi si può sempre ripartire dalle radici.
Le tecniche, i ricordi, le tradizioni di una volta vanno conservate altrimenti siamo persi. Lui diceva sempre che non si inventa mai qualcosa di nuovo, si ripesca sempre da quello che è già stato fatto e così si trova uno spunto di riflessione per andare avanti».
Oggi alle 11 l’ultimo saluto nella chiesa di San Pietro Martire.
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