Vestiti contraffatti, la Finanza sequestra capi per oltre 4 milioni di euro ai fratelli Dori
VENEZIA. La Guardia di Finanza di Padova ha concluso un'operazione nel settore della contraffazione di capi ed accessori di abbigliamento che ha portato alla denuncia a piede libero di 30 persone, delle quali quattro agli arresti domiciliari, e all'esecuzione di 10 decreti di perquisizione nelle provincie di Firenze, Prato, Reggio Calabria e Milano.
Nel corso dell'intervento sono stati sottoposti a sequestro circa 53.000 articoli con marchi contraffatti, per un valore commerciale di oltre 4 milioni di euro.
A Prato, un intero opificio completo di tutti i macchinari utili alla realizzazione di borse false in pelle a marchio Chanel e Balenciaga che, data l’altissima qualità, riuscivano ad essere spacciate per autentiche e rifilate dall’ignaro acquirente disposto anche a pagarle un migliaio di euro.
L'inchiesta ha occupato i finanzieri per un anno di lavoro e ha permesso di disarticolare, grazie anche ad intercettazioni telematiche e telefoniche, una vera e propria holding del falso che da Padova riusciva a muovere decine di migliaia di articoli contraffatti prodotti con tale abilità artigiana da mettere in seria difficoltà anche i periti delle aziende proprietarie delle griffe taroccate ed essere venduti anche in Cina nelle boutique del lusso.
Creatori e “direttori d’orchestra” delle intere filiere del falso, due fratelli di Marghera, Filippo Dori, 48 anni (con residenza in Romania), ed Elia Dori, 45 anni (residente a Venezia), che erano riusciti a creare un impero del falso di qualità coinvolgendo, grazie alla collaborazione di “ganci” sul posto, anche aziende produttrici e punti di distribuzione dislocati in Turchia, Slovenia, Germania, Romania, Inghilterra, Svizzera e Spagna sino ad arrivare al sud-est asiatico; dai capi spalla alla pelletteria, dai jeans agli accessori, tutto di altissima qualità artigianale ma tutto rigorosamente contraffatto e prodotto ricorrendo anche ad alcune aziende a cui le griffe loro vittime, quali Jeckerson, Gucci, Prada, Dior, Hermes, Chanel e Balenciaga, si rivolgevano per realizzare i prodotti originali.
Le indagini, l'operazione è stata chiamata "Pappa e ciccia" vista anche la stazza dei due fratelli Dori, hanno permesso di scoprire che i due erano stati in grado anche di diversificare le filiere ricorrendo, per ogni tipologia di prodotto da contraffare, a specifiche “eccellenze” territoriali: per la produzione e commercializzazione di abbiglia mento tessile si rivolgevano a ditte turche e/o dell’est europeo (affidandone l’importazione e la distribuzione sul territorio comunitario a canali “preferenziali” creati ad hoc in Germania e Romania); per la produzione e commercializzazione di accessori di pelletteria si affidavano ad artigiani pellettieri toscani e marchigiani (esportandoli e vendendoli come originali in tutta Europa ed Asia grazie all’ausilio di esperti rappresentanti locali, sodali nel malaffare, e a spedizionieri accuratamente selezionati).
L’attività di servizio si è conclusa con l’esecuzio ne di 4 decreti di arresti domiciliari nei confronti dei fratelli Dori e dei loro stretti collaboratori, A.M.C., di anni 27, cittadina rumena ma di fatto residente in Venezia, e A.M. di anni 52, residente in provincia di Firenze.
I fratelli Dori, gestiscono anche un albergo a Marghera e tra l'altro compaiono in una onlus per il recupero dei carcerati.
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