Verso il voto. Di Maio trova 8 furbi e 800mila euro di buco

Il leader M5S fa il punto su “rimborsopoli” dopo le verifiche al ministero «Ho sbagliato a fidarmi, sono espulsi». Ma gli “infedeli” restano candidati
Luigi Di Maio arriva al MEF, per richiedere le documentazioni sulle restituzioni di parte degli stipendi dei parlamentari del M5s, Roma, 14 febbraio 2018. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Luigi Di Maio arriva al MEF, per richiedere le documentazioni sulle restituzioni di parte degli stipendi dei parlamentari del M5s, Roma, 14 febbraio 2018. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Rimborsi M5S, Di Maio: "Dopo le verifiche con il MeF, sono otto i parlamentari coinvolti"

ROMA. Un buco di 795mila euro creato da otto «morosi» che da oggi sono fuori dal M5S. Luigi Di Maio prova a mettere la parola fine sul caso “rimborsopoli” che da giorni sta scuotendo il Movimento 5Stelle e a tarda sera dà cifre e volti ai parlamentari furbetti che non hanno versato quanto si erano impegnati a fare nel fondo per il microcredito. Ma se Luigi Di Maio tenta di dare la carica ai suoi lanciando da Facebook «la settimana dell’orgoglio Cinquestelle», convinto che alla fine gli italiani apprezzeranno che il M5S è l’unico partito ad aver versato 23 milioni di euro, le espulsioni delle «mele marce» non chiuderanno affatto la questione. E la prossima legislatura partirà per i Cinquestelle con un segno meno. Le liste elettorali infatti non sono modificabili. E in Parlamento approderanno con ogni probabilità anche furbetti e impresentabili come Dessì e Vitiello. Un gruppo che andrà a ingrossare il Misto e forse, chissà, farà comodo per le eventuali grandi intese post voto.

La giornata si apre con Luigi Di Maio al contrattacco. Al Pd che con Matteo Renzi insiste nello spiegare che l’onestà non è una esclusiva dei Cinquestelle e che anzi i grillini sono «come tutti gli altri, solo più incapaci», Luigi Di Maio rinfaccia gli intrecci con Mafia Capitale. «Invece di fare i furbetti restituite i soldi di Buzzi per donarli al fondo per le pmi», dice. Il candidato premier poi va al Mef per consegnare la richiesta di tutti i candidati Cinquestelle di pubblicare le rendicontazioni bancarie. «Questa vicenda si trasformerà in un boomerang per gli altri partiti, noi abbiamo restituito milioni di euro», dice. «Chi ha fatto il furbo sarà messo fuori», assicura ribadendo che il M5S è l’unica forza politica che ha tenuto fede alle promesse. Nella notte Beppe Grillo ha postato un video nel quale ha ammesso di «esserci rimasto male». Ai furbetti il Fondatore regala simbolicamente un libro «Come smettere di fare schifo». E ora, a pochi giorni dal voto Di Maio fa un po’ di autocritica. «Evidentemente ho sbagliato a fidarmi dell’essere umano, però c’è tempo per rimediare», i furbetti «sono una piccola percentuale rispetto alla stragrande maggioranza dei candidati e dei parlamentari che hanno fatto il loro dovere», assicura. Verso le 20, dopo una lunga trafila per risolvere la questione della privacy, Di Maio convoca una conferenza stampa. «Ci sono parlamentari che non hanno mantenuto le promesse, queste persone non hanno donato i soldi dei loro stipendi, per noi si autoescludono dal M5S», spiega il candidato premier che è riuscito ad avere dal Mef la lista di nominativi e bonifici. Le Iene, la trasmissione che ha scoperto il caso, avevano parlato di una decina di casi. Di Maio ne cita otto. Pizzicati grazie alla verifica tra i conti del Mef e quelli sito del M5S. «Ivan Della Valle non avrebbe donato circa 270mila euro, Girolamo Pisano non avrebbe donato 200mila euro, Maurizio Buccarella 137mila euro, Carlo Martelli 81mila euro». Nella lista dei morosi anche «Elisa Bulgarelli per circa 43mila euro, Andrea Cecconi per circa 28mila, Silvia Benedetti per 23mila, Emanuele Cozzolino per 13mila». Nella black list non ci sono Barbara Lezzi e Giulia Sarti che invece sono state messe sotto accusa dalle Iene. La prima intervistata su Radio 24, anticipa che dalla prossima legislatura sarà cambiato il sistema delle rendicontazioni. I versamenti saranno fatti su un conto corrente del M5S e solo dopo verifica di tutti gli accrediti i soldi saranno versati al Fondo del Mef.

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Di Maio, che ha interrotto il tour elettorale nel pomeriggio, va nella sua banca per certificare le somme restituite allo stato: 370mila euro. A stretto giro di posta anche altri parlamentari pubblicano su Fb i versamenti. Tra questi c’è Massimiliano Bernini, finito nella black list delle Iene che invece, omaggiato dal capo, risulta tra i più generosi, avendo versato 334mila euro.

Rimborsi M5S, Di Maio: "Ho sbagliato a fidarmi dell'essere umano"


In serata Matteo Renzi torna a sferzare il M5S. «A Di Maio dico: se sei davvero sicuro delle tue idee e delle tue azioni, perché non ti presenti in tv in un dibattito pubblico all’americana? Attaccavi gli impresentabili tu che ora sei il capo degli impresentabili: accetta la sfida per una volta».

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