Versano idrocarburi nei laghi dell'oasi per uccidere gli animali
MARCON. Una cattiveria contro animali che non possono nemmeno difendersi: qualcuno ha versato idrocarburi nei laghetti della riserva naturale di Gaggio creando danni incalcolabili a tutti gli animali in uno dei pochi luoghi proptetti rimasti.
E, secondo i volontari che prestano servizio nell'oasi gestita dalla Lega italiana per la protezione degli uccelli (Lipu) non è la prima volta che accade, quasi dietro a questi atti vigliacchi ci sia un vero e proprio disegno. Rabbia da parte della sezione veneziana della Lipu, che per l'ennesima volta si è trovata di fronte a un atto simile ai danni della natura. Negli ultimi anni questa pratica era già stata attuata, così come non sono mancati atti di bracconaggio verso gli uccelli di specie protetta, il furto delle uova dai nidi e la pesca abusiva nei laghetti. Un mancato rispetto ripetuto verso una delle riserve naturali più importanti d'Italia, punto di riferimento nel Nordest per specie rare stanziali e migratorie di uccelli, ma anche di scoiattoli, mammiferi più grandi e pesci.
Sabato mattina, i volontari della Lipu veneziana in servizio per interventi di manutenzione nella riserva, hanno così scoperto un inquinamento da idrocarburi in uno dei laghetti interni all'area protetta. Subito sono stati allertati gli agenti della polizia locale di Marcon, vigili del fuoco, guardie ai fuochi e Arpav. I lavori di contenimento delle chiazze oleose sono proseguite per tutta la giornata anche di domenica.
Sono state impiegate delle panne speciali di contenimento e dei nastri assorbenti galleggianti. Le cause di tale inquinamento sono in via di accertamento, ma si teme l'atto volontario da parte di chi non sapeva come disfarsi dei liquidi inquinanti. "Tale episodio assume una particolare gravità considerando il periodo di riproduzione di molte specie di uccelli, di piccoli mammiferi, di rettili e anfibi, nonché i pesci che per primi vivono in quei laghetti della riserva", commenta con amarezza il responsabile della Lipu veneziana, Gianpaolo Pamio. "Tra queste una consistente comunità di 'cobite comune' ormai diventato raro per la cattiva qualità delle acque".
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