Veritas, Tonin torna libera Ghezzo resta in carcere

Presunte mazzette per gli appalti, i due indagati davanti al Pubblico ministero Obbligo di firma per la padovana, respinta l’istanza dell’ex direttore commerciale
Foto Agenzia Candussi/ Mion/ Mestre, via Porto di Cavergnago/ Sede Veritas
Foto Agenzia Candussi/ Mion/ Mestre, via Porto di Cavergnago/ Sede Veritas
Resta in carcere Claudio Ghezzo, ex direttore commerciale di Veritas, accusato di corruzione e turbativa d’asta per aver ricevuto mazzette da due ditte, la “Plan-Eco” di Cittadella e la “F. lli Busato Autotrasporti” di Preganziol, in cambio di un trattamento di favore nell’assegnazione degli appalti dati dalla multiutility dei rifiuti. È stata respinta l’istanza di messa in libertà provvisoria presentata dal difensore, l’avvocato Fabio Niero, dopo che Ghezzo ha reso un interrogatorio davanti al pm Giorgio Gava ed è stata depositata una memoria tecnica.


Rimessa in libertà, invece, Sabrina Tonin, ex responsabile commerciale della ditta “Plan-Eco”, accusata dal rappresentante della Procura di aver versato oltre 100.000 euro tra il 2009 e il 2015 a Ghezzo: dopo l’arresto, la 60enne di Tombolo era stata 15 giorni in carcere alla Giudecca, poi il Riesame le aveva concesso gli arresti domiciliari. Da lunedì Tonin ha l’obbligo di firma: l’istanza del difensore, l’avvocato Elisa Berton, per la sostituzione della misura è stata accolta dal pm Gava e ratificata dal gip. Il tutto a meno di un mese dall’avviso di chiusura delle indagini, notificato ai difensori a metà maggio. «Tonin ha sostenuto quattro ore di interrogatorio davanti al pm fornendo ampia collaborazione e analizzando tutti i profili contestati nel capo d’imputazione», chiarisce l’avvocato Berton. Nulla trapela sui contenuti di quanto ha detto al magistrato l’ex responsabile commerciale della “Plan-Eco”, che da quando è scoppiato il caso si è dimessa dal suo incarico nella ditta di cui era dipendente, «un’azienda seria, con tutte le autorizzazioni del caso», precisa l’avvocato. Di certo ha collaborato alle indagini, tenuto conto anche della decisione finale di revocarle i domiciliari. Ora la donna attende la richiesta di rinvio a giudizio. In sede di udienza preliminare, l’avvocato sta valutando di chiedere l’ammissione a un rito alternativo.


Quanto a Ghezzo, il difensore aveva presentato istanza di libertà provvisoria tenuto conto, spiega, «che non sussistono esigenze cautelari, gli atti sono depositati e Ghezzo è sospeso dal lavoro». «Abbiamo depositato una memoria tecnica per dimostrare la correttezza degli affidamenti degli incarichi», chiarisce l’avvocato Niero, «Gli atti erano sottoposti al vaglio del responsabile unico del procedimento». Nel mirino della Procura era finito anche Enzo Busato, contitolare della ditta di trasporti, accusato di aver versato 51.500 euro a Ghezzo dal 2011 al 2015. Le indagini sono state chiuse, oltre che per Ghezzo, Tonin e Busato, anche per Giuseppe Busato, contitolare della ditta di famiglia; Denis Baldan, legale rappresentante della Futura srl; Roberto Filipello, legale rappresentante di Plan-Eco di Cittadella; il padovano Nicola Giuseppe Bertollo, socio di maggioranza di Plan-Eco; il padovano Maurizio Frison, dipendente della Svet srl; il padovano Alessio Bonetto, responsabile della direzione commerciale, bonifiche, impianti, smaltimenti, discariche della multiutility. Indagini non ancora chiuse, invece, per Andrea Razzini, direttore generale di Veritas, accusato di abuso d’ufficio.


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