Veritas rimborsa l’Iva, ma detrae i costi

II presidente Agostini: «I calcoli su migliaia di utenze domestiche sono un’operazione complessa». Scaricata sulle bollette
Di Mitia Chiarin
MORSEGO VERITAS: PREMIAZIONE COMUNI VARII
MORSEGO VERITAS: PREMIAZIONE COMUNI VARII

«Finalmente la Corte di Cassazione, a sezioni unite, ha scritto la parola fine sulla vicenda dell’Iva applicata alla Tia. Finalmente perché si tratta di una vicenda difficile, lunga e faticosa che Veritas non poteva che gestire in questo modo. Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza ma questa decisione ci rende più forti nel chiedere all’Agenzia delle Entrate la restituzione dell’Iva ingiustamente pagata dai cittadini, incassata da Veritas e poi versata all’Erario». Così il presidente di Veritas, Vladimiro Agostini commenta la sentenza della Cassazione che impone a Veritas la restituzione dell’Iva fatta pagare ai cittadini. Ma la polemica è tutt’altro che archiviata perché Agostini spiega che «calcolare l’ammontare dei rimborsi ai cittadini che risiedono nel territorio di Veritas è molto complesso». Si tratta di migliaia di utenze domestiche (le non domestiche, spiega Agostini, «dovrebbero essere escluse, come da sentenza del Tribunale di Venezia, in quanto hanno avuto la possibilità di scaricare l’Iva»). «Tutte queste operazioni hanno un costo, che comunque finirà in bolletta». Quindi le bollette di quanti avranno il rimborso dell’Iva conterranno anche il costo dei conteggi di calcolo del rimborso. A spese dei cittadini. E questo fa arrabbiare, immancabilmente, le associazioni dei consumatori. Quanto dovrà pagare Veritas? L’azienda non lo chiarisce, al momento. Gli arretrati dal 2006 dovrebbero pesare nelle casse dell’azienda per 6-7 milioni di euro. Agostini denuncia due schizofrenie in questa vicenda: la «schizofrenia di uno Stato dove la magistratura stabilisce che l’Iva non deve essere applicata alla Tia e l’Agenzia delle Entrate conferma per molte volte l’esatto contrario» e, il fatto che « l’Iva era applicata alla Tia in maniera molto chiara. Ora, invece, siamo passati dall’Iva su una tassa all’Iva in una tassa», cioè la Tari. «In questo caso l’Iva al 10 per cento viene pagata dal Comune, titolare del tributo al gestore del servizio e quindi riversata sui cittadini, come ai tempi della Tarsu». Stessa cosa per i Comuni dove è in vigore la Tarip, la tariffa con misurazione puntuale dei rifiuti prodotti. «In attesa che da Roma arrivino criteri nazionali e univoci, l’Iva può essere dunque detratta solo dagli utenti non domestici». Agostini cita anche l’Avvocatura dello Stato e la memoria a difesa dell’Agenzia delle Entrate per chiarire: «Se il Comune deve corrispondere l’Iva sul contratto che lo lega a Veritas, Veritas deve porla a carico dei fruitori del servizio, non come Iva sul servizio ma come costo supportato dal Comune per affidare il servizio a Veritas». Alla fine comunque Agostini assicura: «L’Iva sarà restituita agli utenti che hanno diritto (senza cause e contenziosi) non appena arriveranno indicazioni dettagliate dall’Agenzia delle Entrate».

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