Ventitremila nuovi alloggi in città
Il Piano di assetto del territorio del Comune di Venezia aveva stimato un fabbisogno futuro di nuovi alloggi che fino al 2020 potrebbe oscillare da 4.240 a 28.841 nuovi alloggi per le famiglie residenti e non.
Tra le ipotesi di sviluppo, quella indicata nel Pat prevede 22.941 nuovi alloggi con un possibile carico aggiuntivo di 37.200 abitanti teorici e 1 milione e 860 mila metri quadri di costruzioni. Se l’aumento di abitanti teorici per il centro storico è di 3.100 abitanti, per Mestre Centro si arriva a 16.600 con un carico aggiuntivo di 2 milioni e 246 mila metri quadri. Per la funzione commerciale/direzionale il Pat prevede un carico aggiuntivo di 3 milioni 534 mila metri quadri, di cui 3 milioni 260 mila in terraferma. Di questi, 1 milione e 800 mila sono concentrati su Porto Marghera. Per il produttivo dei poco più di 3 milioni di metri quadri previsti, 2 milioni e 855 mila sono in terraferma e di questi 2 milioni e 700 mila metri quadri a Porto Marghera, la zona che attrae di più possibili investitori. Infine per il settore turistico il Pat prevede un carico insediativo aggiuntivo di 55.000 metri quadri (345 mila in terraferma).
I terreni agricoli trasformabili per nuove edificazioni, si legge nelle schede del Pat, ammontano a 60,78 ettari, valore che con l’attuazione dei piani di intervento può crescere di un altro 10 per cento. La superficie agricola utilizzata è di 9.350 ettari; la superficie territoriale comunale è di 41.721 ettari. Per lo sviluppo direzionale le aree interessate sono Porto Marghera, Aev Dese e Terraglio, zona aeroportuale, via Torino e l’ex Umberto I: «Tenendo conto degli interventi già realizzati, di quelli previsti o in fase di realizzazione, si può ritenere che via sia attualmente un’offerta elevata di spazi per le attività direzionali, alla quale il nuovo strumento urbanistico potrà dare un quadro di maggiore coerenza ed equilibrio», spiega il Pat. Per il settore turistico invece, dopo il boom di B&B e affittacamere (incremento del 606,1 per cento di attività tra 2000 e 2007 e del 68,4% di posti lett o in più) la domanda è principalmente orientata alla «riorganizzazione delle strutture e dei servizi» con una «maggiore diversificazione dell’offerta». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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