Venticinque profughi in arrivo da ospitare a Mestre e Mira

L’aereo con i migranti sbarcati a Lampedusa atterra oggi alle 14.30 a Verona, poi il trasferimento L’appello del prefetto: «Cerchiamo associazioni disponibili a impegnarsi per i prossimi accoglimenti»
Di Vera Mantengoli

Hanno finalmente toccato terra, ma non hanno ancora trovato pace. Sono i profughi africani approdati negli ultimi giorni sulle coste italiane che in queste ore, come previsto dal progetto «Mare Nostrum», verranno trasferiti in tutte le regioni in numero proporzionale rispetto alla densità di abitanti. Quelli destinati al Veneto atterreranno oggi alle 14.30 all’aeroporto di Verona. Tra Mestre e Mira arriveranno 25 di 80 persone tra uomini, donne e bambini che saranno ospitati negli alloggi delle cooperative “Villaggio Globale”, a Mestre, e “La città del sole”, a Mira. Gli altri 55 saranno invece portati a Vicenza in un albergo, in attesa che si liberino dei posti nelle strutture d’accoglienza. Si tratta di una parte della seconda ondata di migranti prevista per il Veneto che conta complessivamente 448 persone da sistemare, delle quali 138 già arrivate nei giorni scorsi. Le restanti sono in attesa che associazioni e organismi di volontariato firmino la convenzione proposta dal Ministero per dare accoglienza ai migranti e ricevere la quota di soldi destinata all’accoglienza (30 euro + Iva, incluso un pocket money di 2.50 euro circa a testa). È anche per spiegare come si attiva il percorso di disponibilità a ricevere i profughi che ieri il prefetto Domenico Cuttaia ha ricevuto la stampa, insieme ai rappresentanti delle altre città. L’altro motivo è stato quello di dare un quadro informativo della situazione, a partire da gennaio quando si è verificata la prima ondata di arrivi, 497 stabilizzatisi definitivamente in Veneto e altre centinaia invece andate via. Della seconda ondata, quella dei primi di maggio, non si sa allo stato attuale quante persone decideranno di rimanere perché di fatto nessuno di loro ha ancora iniziato l’iter burocratico di richiesta protezione.

«Le persone che arrivano», ha detto il prefetto, «sono in stato di libertà e hanno il presupposto giuridico per chiedere la protezione allo Stato. Per farlo si devono sottoporre a una prassi identificativa. Se non lo fanno le persone diventano irregolari ed è erroneo dire che sono fuggite, perché questo termine presuppone la reclusione, che non c’è».

Un appello è stata lanciato a tutte quelle associazioni no profit che entro il 30 giugno hanno la possibilità di firmare la convenzione, disponibile sul sito della prefettura di Venezia sotto la voce Accoglienza Profughi 2014: «Queste persone», prosegue Cuttaia, «vengono accolte con onere dallo Stato, ma l’onere viene anche distribuito tra gli organismi no profit che hanno poi dipendenti al loro interno, figure professionali e volontari. La convenzione è aperta a patto che abbia i presupposti che noi poi dobbiamo verificare, ma non c’è alcun pregiudizio».

I profughi vengono da Siria, Eritrea, Pakistan, Mali, Gabon e Guinea, in numero esiguo dalla Nigeria. Tra queste persone ci sono anche albini che hanno affrontato i viaggi della speranza, con i rischi e pericoli che la cronaca ogni giorno racconta.

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