Venis Cruise 2.0 dopo il sì della Via «Siamo gli unici»

L’ex vicesindaco De Piccoli e Palmisani (a.d. di Duferco) ora sperano di convincere Brugnaro a partire con il progetto
Di Giacomo Costa

VENEZIA. «Il parere positivo della commissione di Valutazione Impatto Ambientale è una grandissima vittoria per il nostro piano. Ora, è il momento di aprirsi alla collaborazione di tutti i soggetti interessati e avviare finalmente il progetto definitivo, magari cominciando a discutere anche a proposito della gestione, oltre che della realizzazione». Cesare De Piccoli, già viceministro dei Trasporti e oggi autore assieme alla Duferco Engineering di Venis Cruise 2.0, il progetto per il nuovo terminal crocieristico alla bocca di porto del Lido, ieri è apparso incredibilmente soddisfatto nel tratteggiare caratteristiche fondamentali e iter futuro del suo progetto all'indomani della promozione da parte degli organi di controllo regionali e nazionali; ottimismo condiviso anche dall'ingegner Ezio Palmisani, amministratore delegato del gruppo genovese, e che non è stato scalfito neppure dagli accenni al mancato supporto delle amministrazioni comunali di Venezia e del Cavallino-Treporti.

«I padroni del vapore e i dogi autoproclamati passano, quello che conta è l'opinione della cittadinanza: nessuno si può fare portavoce di tutta la laguna», ha commentato De Piccoli, «Luigi Brugnaro è uno sportivo e speriamo che con sportività sappia concedere il suo sostegno a chi ha saputo vincere la gara progettuale».

In realtà Venis Cruise 2.0 un domani potrebbe ancora essere affiancato da altre proposte, ma per adesso risulta effettivamente il primo ad aver tagliato il traguardo: l'istruttoria è durata quattro anni e il parere della Via è contenuto in un dossier di 89 pagine in cui è stata valutata a 360 gradi la compatibilità ambientale del terminal. Dal punto di vista procedurale, ora il parere positivo della commissione dovrà essere firmato dal ministro dell'Ambiente, quindi verrà trasmesso sia al ministero delle Infrastrutture sia al presidente della regione Veneto e al Cipe.

«Il nuovo porto potrà ospitare da quattro a sei navi, grazie ad un pontile di attracco modulare ridotto a 734 metri», ha spiegato Palmisani, «come richiesto dalle autorità abbiamo adeguato il progetto perché si adattasse al meglio allo skyline della laguna, minimizzando i volumi. Si prevede il completamento in 26 mesi, per un costo complessivo di circa 130 milioni di euro». Nei dettagli, Venis Cruise 2.0 intende rispondere ai criteri di reversibilità, gradualità e flessibilità imposti dalla Via, impiegando banchine anti-cedimento che lasceranno aperta la possibilità di futuri ampliamenti, permetteranno il cold ironing delle navi (l'allacciamento elettrico per ridurre le emissioni) e saranno "trasparenti" alle correnti marine, oltre a non ricevere alcuna reale interferenza dal Mose, una volta attivato. Il piano prevede poi anche il sostegno diretto all'ambiente lagunare danneggiato, barene in primis, sfruttando per la ricostruzione circa due milioni di metri cubi di sabbie e sedimenti scavati per allargare l'area di manovra delle navi.

«Non è da sottovalutare neppure la possibilità di rivitalizzare il litorale, Castello e l'Arsenale grazie allo spostamento d'attenzione in quella direzione», ha aggiunto alla fine l'ex viceministro, «un'opportunità che un imprenditore come Brugnaro non dovrebbe lasciarci sfuggire». Punto di partenza per i croceristi resterà infatti la Stazione marittima, ma da lì i passeggeri saranno imbarcati su motonavi a propulsione elettrica ad emissione zero che, attraverso il bacino di San Marco, li condurranno al porto, dove adesso arrivano le navi.

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