Veneziano ucciso, per Scotland Yard è stata un'esecuzione

Sebastiano Magnanini, 46 anni di Cannaregio, trovato in un canale legato a un carrello della spesa. il fratello matteo ai giornali inglesi: "Era uno spirito romantico"
Sebastiano Magnaninini in una foto dell'amico Liam MacKenzie su Facebook
Sebastiano Magnaninini in una foto dell'amico Liam MacKenzie su Facebook

VENEZIA. "La stampa lo  sta dipingendo come un criminale solo per il suo passato, ma mio fratello era uno spirito romantico e ha vissuto la sua vita pienamente, cercando pace e felicità". Così Matteo Magnanini intervistato dal giornale inglese The Guardian  difende la memoria del fratello Sebastiano,  ucciso e gettato nel Regent's Canal di Londra, legato a un carrello della spesa carico di pesi.

Nel suo passato Sebastiano Magnanini -  46 anni, residente a Cannaregio ma da aprile iscritto nelle liste degli italiani all’estero, ultimo domicilio a Londra con un lavoro come carpentiere - problemi con la giustizia ne aveva avuti: qualche precedente per droga e la aprtecipazione al famoso furto nel 1993 di un Tiepolo dalla Chiesa della Fava. Scotland Yard parla di “attentato criminale” nei suoi confronti. Infatti ci sarebbero le immagini di una telecamera di videosorveglianza in cui si vedono delle persone che prima aggrediscono Magnanini e poi lo uccidono. Si tratterebbe quindi di un’esecuzione.

La responsabile delle indagini Rebecca Reeves, per la sezioni omicidi della Polizia Metropolitana, nel lanciare un appello a chiunque possa aver visto qualcosa, sempre su The Guardian, ha commentato: “E' stato devastante per la famiglia di Sebastiano: era un figlio molto amato e vedeva la sua famiglia regolarmente, viaggiando tra Italia e Londra per lavoro. La sua vita prima di venire a Londra farà inevitabilmente parte delle indagini, ma a questo livello non vediamo un crimine organizzato come movente”

I giornali londinesi hanno dato la notizia dell’omicidio il 24 settembre, quando non si conosceva ancora il nome del morto. Il corpo è stato segnalato da un passante. La zona a ridosso di un quartiere residenziale è molto frequentata da persone che fanno jogging. Il passante ha lanciato l'allarme e sul posto, vicino all'Islington Tunnel, è intervenuta la polizia. Fin da subito gli investigatori non hanno avuto dubbi sul fatto che si trattava di un omicidio anche se il cadavere era in avanzato stato di decomposizione. Sempre la polizia ha lanciato un appello, attraverso i media inglesi, affinché chi ha visto o sa qualcosa in merito si faccia avanti e collabori con gli investigatori. Quella del ritrovamento è una zona dove alcune famiglie vivono nelle classiche house boat, ormeggiate lungo il canale. Scotland Yard è convinta che qualcuno ha visto o sentito qualche cosa di anomalo. La famiglia dell'uomo è stata avvisata martedì quando è stata accertata l’identità della vittima.

Vent’anni fa rubò una tela del Tiepolo da una chiesa
La chiesa della fava

Stando a fonti investigative inglesi l'uomo risultava aver viaggiato in Colombia, Cambogia e Thailandia prima di trasferirsi a Londra. Ma in Cambogia aveva lavorato anche come guida turistica, tanto che su facebook si raccolgono le testimonianze di quanti - come l'amico Liam MacKenzie - scrive: "Il mondo ha perso un uomo meraviglioso con un cuore d'oro", specificando che il passato era passato da tempo per il Sebastiano magnanini.

Per il momento nessuna pista è privilegiata dagli investigatori inglesi. Di certo la polizia vuole capire se la morte può essere collegata al suo passato di utilizzo di sostanze stupefacenti, eventualmente riemerso di recente. Per questo Scotland Yard ha chiesto la collaborazione dell’Interpol.

Naturalmente la Squadra Mobile alla notizia dell’uccisione dell’uomo ha riaperto il suo fascicolo per controllare chi fosse e i contatti che aveva qui a Venezia. Inevitabile in quanto anche da quelle carte possono uscire elementi utili alle indagini delle autorità britanniche. Magnanini pur essendosi trasferito a Londra tornava a Venezia. Anche da questi viaggi potrebbero emergere indizi utili all’inchiesta. Ma la polizia non esclude nemmeno che l’esecuzione possa essere collegata ai suoi viaggi in Colombia, Thailandia e Cambogia. Gli inquirenti sono certi che gli assassini cercavano proprio lui vista la modalità dell’aggressione e la ferocia usata.

Il nome di Magnanini non è sconosciuto alle forze dell'ordine di Venezia. Oltre vent'anni fa infatti, nel 1994, era stato arrestato per il furto della tela "L'educazione della Vergine" che era stata sottratta dalla Chiesa della Fava il 15 dicembre del 1993. Magnanini, accusato di furto aggravato, con un complice, era poi stato condannato nel 1998, a un anno e sei mesi.

Un furto clamoroso che non aveva mancato di suscitare stupore e polemiche, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza nelle chiese veneziane, autentiche miniere di capolavori di opere d'arte molto spesso prive di qualsiasi protezione o impianto di sicurezza. L'inchiesta che aveva poi portato all'arresto di quattro era partita in modo quasi banale, quando un uomo era stato fermato perché trovato in possesso di un motore rubato e aveva fatto i nomi dei responsabili del furto. Le successive indagini avevano poi dimostrato le responsabilità dei quattro.

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