Veneziani sotto quota 55 mila toccato ieri il minimo storico
Quattro veneziani in meno. Solo quattro, l’equivalente di una famiglia media, ma è stato sufficiente a fare scendere il tetto dei residenti sotto quota 55 mila. Il conta-persone della farmacia Morelli in campo San Bartolomeo, che da anni lampeggia di rosso l’emorragia dei cittadini, racconta che il centro storico si è ulteriormente spopolato, anche se di poco, perdendo la cifra tonda che era un piccolo baluardo di orgoglio e speranza.
Da qualche giorno i veneziani sono diventati 54.976, come da previsione estiva. Eravamo in 55.075 ai primi di agosto secondo i dati dell'Ufficio Statistica del Comune e, poichè nell’ultimo anno il centro storico ha perso 956 abitanti, era quasi scontato che per l’inizio dell’autunno si arrivasse sotto la fatidica quota. In poco più di due mesi, dunque, la città ha visto sparire altri 79 abitanti e la continua contrazione fa impressione se si calcola che a fine luglio di appena un anno fa Venezia contava 60 mila residenti.
La decrescita lenta ma inesorabile, inferiore al due per cento l'anno ma costante, considerata “fisiologica” e comune a tutti i centri storici d’Italia ma da far paura se si considera com’era la città solo vent’anni fa, è legata soprattutto al saldo negativo tra nati e morti.
Aumenta infatti l'età media della popolazione veneziana, che ora è di 47 anni (di un paio d'anni più alta per gli uomini e più bassa per le donne) con sempre meno bambini e sempre più anziani mentre i giovani che vogliono trovare un lavoro non legato al turismo molto spesso sono costretti a cercarlo altrove.
Il dato poco confortante arriva proprio nei giorni in cui la città si prepara alle celebrazioni per i cinquant’anni dell’alluvione del 4 novembre 1966 e, subito dopo, alla marcia delle valigie su Ca’ Farsetti organizzata da varie associazioni cittadine e in programma per il 12 novembre. Tra la devastazione del mare di tanti anni fa e la protesta dei gruppi di cittadini che tra qualche settimana occuperanno il municipio è passato mezzo secolo durante il quale alcune questioni cardine, come ad esempio la residenza, sono state accantonate a beneficio del turismo.
Palazzi trasformati in alberghi, supermercati ovunque, negozi di chincaglierie al posto di quelli di vicinato, la città si è svuotata con effetto domino senza che nessuna amministrazione, nonostante proclami e promesse, sia riuscita a fare qualcosa.
Ora che i turisti stanno per arrivare a 30 milioni di presenze all’anno con effetti pesantissimi sul tessuto della città, tutti sembrano voler correre ai ripari ma ancora non si è visto nulla.
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