VeneziaArte, la guida / La Biennale si espande in città, ecco dove
Non solo ai Giardini, tanti padiglioni nazionali sono sparsi per le diverse sedi cittadine: ecco un percorso ragionato per ottimizzare la propria visita
Fondazione Querini Stampalia
VENEZIA. Prima storica partecipazione di
Haiti
ma, per favore, senza commiserazione. Non è questo quello che vogliono gli artisti di Haiti, presenti su container ormeggiati di fronte ai Giardini con le loro opere provocatorie: dei teschi con falli giganteschi. I simboli evocano chiaramente il limite tra la vita e la morte, il potenziale costruttivo e distruttivo, ma servono soprattutto per far conoscere la situazione, la storia e la cultura del Paese, attraverso per esempio un omaggio al filosofo scrittore Edourd Glissant.
Il tutto viene testimoniato da una mostra alla Fondazione Querini Stampalia che ospita inoltre altre esposizioni ed eventi. Il palazzo trabocca infatti di arte con:
Premio Furla 2011
a Matteo Rubbi, la personale di
Marisa Merz
Non corrisponde eppur fiorisce e l’esposizione delle opere del pittore e designer
Riccardo Schweizer
, patrocinata dal MART di Trento e Rovereto. Da non perdere anche le prime partecipazioni dell’
Andorra
(in Campo San Samuele) e del
Bangladesh
, presente alla Gervasuti Foundation a Castello, vicino ai Giardini, con l’
Iraq
. Tornano dopo una lunga assenza anche il
Congo
(Campo della Chiesa a Sant’Elena, dietro ai Giardini),
Cuba
(Isola di San Servolo) e il
Sudafrica
(Arsenale Novissimo).
Marina Abromovic e altri artisti per il
Montenegro
, a Palazzo Malipiero, con un’installazione dedicata al tema del congelamento, ispirata a una fabbrica di frigoriferi che ha succhiato il sangue agli operai. Elefanti sopra a pianoforti per la
Nuova Zelanda
, necessari per l’opera sinfonica dell’artista Perekhowai che si metterà ai tasti per eseguire l’opera a Palazzo Loredan, a Dorsoduro. Se entrate nella Chiesa di San Fantin, sede del padiglione
Ucraina
, tenete le mani in tasca e muovetevi piano: Oksana Mas si è ingegnato per ricostruite alcune riproduzioni di opere di Van Eyck, ma senza il pennello, bensì con 3.640.000 uova di legno, utilizzate generalmente per la Pasqua ortodossa. C’è infine un Paese che non rientra nelle partecipazioni nazionali, ma che, più di tutti, chiede agli altri di essere illuminato: è il
Tibet
.
Su iniziativa di Ruggero Maggi a Ca’ Zanardi verranno presentate alcune opere eseguite dai monaci su Khata (sciarpe tibetane), con tanto di laboratori di mandala diretti dai religiosi e proiezione per non lasciare che questo Paese sprofondi nell’oblio.
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