VeneziaArte, la guida / Fuori dalla Biennale: le grandi mostre da non perdere

Il meglio delle grandi mostre veneziane, al di fuori della Biennale. Una passeggiata lungo calli e campi che pullulano di arte. Ecco quello che non si deve assolutamente perdere dell'estate lagunare
Palazzo Grassi
Palazzo Grassi
VENEZIA. Brilla di luce propria la Peggy Guggenheim Collection, con le opere di una delle galleriste più all’avanguardia del secolo scorso, Ileana Sonnabend (
Ileana Sonnabend. Un ritratto Italiano
). Sempre collezionisti, ma questa volta uomini. Parliamo di François Pinault e delle sue miniere, Punta della Dogana con
Elogio del dubbio
e Palazzo Grassi con
Il mondo vi appartiene
, curate da Coroline Burgeois. Non stupitevi se vedrete, passando in vaporetto, un grande avvoltoio minaccioso, appollaiato in cima al palazzo che dà sul Canal Grande. L’opera fa parte di un percorso che ha come tema centrale l’identità del soggetto e gli sconvolgimenti del mondo moderno, visti attraverso i lavori di artisti provenienti da tutti i continenti.


Una volta usciti dalla mostra, tappa obbligatoria per pranzo/cena o aperitivo al vicino Hotel Palazzina Grassi, progettato interamente da Philip Starck e occupato, durante la Biennale e fino a notte inoltrata, dagli storici gestori del Bungalow 8 di New York. Gli antichi magazzini del sale, lungo le fondamenta delle Zattere, sono diventati sede di esposizioni, come l’affascinante
Salt of the Earth
, opera realizzata da Anselm Kiefer e ispirata all’alchimia, a pochi metri dallo studio del maestro Emilio Vedova.


È una maratona tra un palazzo e l’altro, ma ci si può fermare in ogni momento perché le esposizioni pullulano in ogni calle. Curioso e invitante
Il banchetto di Chun-Te
, alla Scoletta del Battioro e Tiraoro a San Stae, tutto all’insegna di performance culinarie. A San Polo, a Palazzo Donà, la Signum Foundation ospita un viaggio nel concetto di democrazia con la mostra
Particolare
. Da qui si può scegliere se proseguire verso San Marco o verso Campo Santa Margherita per visitare i due spazi della Fondazione Bevilacqua La Masa: la galleria della Piazza con Tiravanija e il collettivo Xijing oppure Palazzetto Tito con Enric David.


Quasi obbligatorio per gli habituè della Biennale di Venezia passare per il Museo Fortuny, sede dello storico atelier di Mariano. È nelle mura di questo stupendo palazzo che verranno esposte le trecento opere della mostra
Tra. Edge of Becoming,
curata da Axel Vervoordt, con installazioni di Marina Abramovic. Un viaggio onirico tra realtà e immaginazione è dato da alcuni eventi collaterali che hanno come filo conduttore mete lontane e surreali. Parliamo di Stefano Cagol e del suo
Concilio
, ambientato nel Circolo Polare Artico (San Marco, Chiesa sconsacrata di San Gallo) o della ricerca della mitica Iperborea di Anton Ginzburg,
At the back of the north wind
(Castello, Palazzo Bollani), per arrivare a
Passage 2011: un dramma azionistico transalpino
(Campo Santi Apostoli, alla fine di Strada Nuova).


Last but not the least, ecco i video attesi:
Rebel
di James Franco all’Isola della Certosa e
Bruguel Suite
di Lech Majewski alla Chiesa di San Lio. Verso sera, di fronte al tramonto, tutti al chioschetto delle Zattere per una pausa aperitivo, prima della caccia ai party in città.
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