VeneziaArte, la guida / Biennale, una passeggiata tra le nazioni
Le decine di padiglioni ai Giardini con gli artisti selezionati da ogni paese. Un percorso lungo: ecco i consigli della Nuova su cosa non mancare
Il Padiglione Italia in fondo ai Giardini
VENEZIA. La 54esima Biennale di Venezia, «Illuminazioni», valorizza, già nel titolo, il prezioso contributo che ogni padiglione dà all’esposizione, non come affermazione nazionalistica, ma come luogo in cui raccontare e condividere la propria storia. È infatti quello che avviene in alcuni padiglioni ai Giardini: l’
Egitto
espone i lavori dell’artista Ahmed Basiony, sostenitore della rivoluzione contro Mubarak, ucciso durante le sommosse lo scorso gennaio. Anche la
Polonia
presenta un video, girato dell’artista israeliana Yael Bartana, che tocca alcuni temi cruciali come il sionismo e l’antisemitismo, affrontando il tabù della questione palestinese. Le performance degli artisti Allora e Calzadilla, selezionati per il padiglione
USA
, si concentrano invece sul tema della competizione nazionale, osservato con ironia da molte prospettive. “Allegro con brio” il padiglione
Islanda
con l’opera «Il tuo paese non esiste»: una melodia musicale, trasmessa anche dagli altoparlanti della stazione Santa Lucia, verrà intonata da un cantante lirico che girerà in gondola tra i canali ripetendo il ritornello.
Se venite per la prima volta in Biennale tenete presente, una volta giunti in Arsenale, che il percorso espositivo è suggestivo e straordinario, ma lungo. Nella prima parte vengono esposte le opere dell’esposizione internazionale scelte dalla curatrice Bice Curiger, mentre nella seconda le opere di alcuni padiglioni, ognuno con un proprio curatore, indipendente dalla Biennale. Questo avviene anche per il
Padiglione Italia
, "L’arte non è cosa nostra", curato da Vittorio Sgarbi per conto del Ministero della Cultura, con più di duecento artisti esposti, ognuno scelto da un intellettuale designato da una commissione scientifica. Prima di arrivare al padiglione italiano (uno degli ultimi del percorso), prendetevi un po’ di tempo per i padiglioni dell’
Arabia Saudita
(prima partecipazione), dell’
ILA
(Istituto Latino America, quasi tutto il Sud America al completo) e del
Cile
. A proposito di storia: il Cile documenta i disastri naturali che hanno colpito il paese, dai terremoti alle eruzioni vulcaniche, attaccando all’ingresso lo stesso annuncio che il valoroso esploratore di fine Ottocento, Ernst Schackleton, pubblicò per trovare uomini coraggiosi, disposti a sfidare il pericolo per nobili ideali, anche a costo della vita stessa. Ecco come la storia di un Paese da patrimonio nazionale diventa patrimonio globale.
Alla fine del giro non mancate l’aperitivo alla terrazza del locale di fronte ai Giardini, il Paradiso, o al Refolo di via Garibaldi, tra le due esposizioni, pieno di cicchetti e ritrovo di molti veneziani.
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