Venezia, volantini contro il parroco: i fedeli lo difendono

Massimo D’Antiga, 47enne parroco di San Salvador è conosciutissimo in città, ma a Cavallino-Treporti c’è chi non lo ama

VENEZIA. Solidarietà e vicinanza dei fedeli per il sacerdote veneziano don Massimiliano D'Antiga, 47 anni, parroco di San Salvador e rettore di San Zulian. Dopo la recente affissione sui muri del centro storico e a Cavallino Treporti di volantini anonimi con accuse pesanti verso il sacerdote, scatta la mobilitazione. I parrocchiani, colpiti dall'accaduto - è successo tra la sera di giovedì 16 febbraio e la mattina di venerdì 17 - hanno scritto una lettera che a giorni porteranno "a doverosa conoscenza" della Curia diocesana e del Patriarca Francesco Moraglia. Nel testo, i fedeli, ricordano l'antefatto, l'affissione delle locandine dattiloscritte, di ignote paternità e fattura, recanti affermazioni e giudizi spregiativi nei confronti di don Massimiliano D'Antiga.

Fanno riferimento allo scritto che alludeva al sacerdote indicandolo come «autore di atti predatori dei tesori e dei depositi delle vecchiette timorate, non per i bisogni della Santa Chiesa, ma per sé e i suoi spericolati possedimenti» e viene addirittura accomunato «ai preti del padovano».

I fedeli, inoltre, tirano in ballo anche Alessandro Tamborini che sul suo profilo Facebook ha pubblicato il testo «unitamente a commenti che non si ritiene opportuno esprimere».

I membri della Comunità religiosa e civile costernati dell'atto vigliacco e diffamatorio e delle insinuazioni senza alcun fondamento tese a colpire il prete della diocesi lagunare come sacerdote e come persona gli esprimono pieno sostegno morale, civico e spirituale. Al Patriarca Moraglia, su don Massimiliano D'Antiga, scrivono: «Per nostra diretta conoscenza ed esperienza da anni regge e amministra con indiscutibili probità, passione e dedizione, sia nella missione pastorale che nella cura di interessi e sostanze dell'ente parrocchiale. Nessuno degli accadimenti proferiti nei disdicevoli scritti risulta corrispondere alla benché minima verità».

Nella lettera firmata i fedeli concludono: «Le inveritiere espressioni divulgate offendono gravemente non solo don Massimiliano ma anche noi parrocchiani che, verso il medesimo, riponiamo i più completi affidamento e apprezzamento nell'esercizio della sua funzione. Certi della comprensione di quanto esposto rinnoviamo la nostra stima e la nostra piena fiducia a don Massimiliano, respingendo, con ribadita fermezza, le incivili e censurabili incolpazioni di cui è stato vittima».

Sulla questione interviene il parroco don Massimiliano D'Antiga. Il sacerdote esprime amarezza per l'accaduto e spiega «Ho sempre fatto tutto alla luce del sole con un impegno collegiale con la comunità. Dal tempo del Patriarca cardinale Angelo Scola la Curia di Venezia gestisce ed è la beneficiaria dei testamenti che si portano insieme ai fedeli nel Palazzo patriarcale».

Nadia De Lazzari

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