Venezia, viaggio nelle viscere del Mose / FOTO

Sopralluogo ai cantieri nel sottosuolo, dall’isola artificiale del bacàn a Punta Sabbioni passando sott’acqua
Interpress/Mazzega Vitucci Venezia, 24.04.2013.- Cantieri "MOSE".- Nella foto lìinterno dei cassoni
Interpress/Mazzega Vitucci Venezia, 24.04.2013.- Cantieri "MOSE".- Nella foto lìinterno dei cassoni

VENEZIA. A piedi sotto la bocca di porto di Lido. Dall’isola artificiale del bacàn a Punta Sabbioni passando sott’acqua. Fra tunnel, impianti, cunicoli e i meccanismi in acciaio per il sollevamento della paratoie. Siamo passati ieri da una riva all’altra attraverso il tunnel subacqueo del Mose, a tredici metri di profondità. L’effetto è notevole. Ci si «immerge» per una scala a tre piani, sul lato nord dell’isola del bacàn. Tutto intorno fervono i lavori di sistemazione, due enormi chiatte gettano sassi e calcestruzzo negli interstizi dei grandi cassoni, posati sul fondo qualche mese fa. Bestioni da migliaia di tonnellate, parallelepipedi di cemento grandi come un condominio, 60 metri per 36, alti 9. Ma la tolleranza si gioca sul filo dei millimetri. I sette cassoni costruiti a Treporti insieme ai due di spalla adesso sono affondati e allineati perfettamente. Pronti a ricevere le paratoie in acciaio - costruite a Monfalcone e già montate a Marghera - entro la metà di maggio. Saranno 21 quelle della barriera nord della bocca di Lido, 20 quelle di San Nicolò. Ognuna sarà agganciata al fondo con due cerniere. E sott’acqua, nei corridoi dove lavorano un centinaio di operai, si montano valvole e pistoni, porte stagne e cavi elettrici. Da una parte all’altra del tunnel, lungo 400 metri, passano i grandi tubi del diametro di 60 centimetri. Portano l’aria nei vani delle cerniere e aria compressa attraverso avveniristiche elettrovalvole. «Un sistema seriale, che si ripete per ogni cerniera», spiega il direttore dei lavori, l’ingegnere della Mantovani Giulio De Polli. Mostra con una punta di orgoglio le «saldature» tra cassone e cassone, i tamponi di acciaio che hanno collegato sott’acqua una struttura all’altra. Nelle viscere della grande opera è un continuo via vai di tecnici e operai. Qualche chiazza d’acqua sul pavimento. L’ingegnere sorride: «E’ tutto perfettamente stagno, quella è condensa». Tre piani sotto il livello dell’acqua la temperatura è più fredda, ed ecoo l’umidità. La struttura subacquea del cassone prevede dal lato mare i due tunnel, uno per gli impianti e l’altro per la sicurezza, e poi il canale per raccogliere le acque di lavorazione. Lavori che avanzano e, assicura l’ingegnere, saranno conclusi per quanto riguarda Treporti entro il prossimo anno. Intanto si lavora alla conca di navigazione – lato Punta Sabbioni – dove sono già state montate le due porte vinciane in acciaio. Il bacino che ha ospitato la costruzione dei cassoni è stato allagato. Sarà aperto un varco verso il mare, per consentire l’entrata delle barche e delle navi di media grandezza – compresi i catamarani che vengono dall’Istria – per farli accedere alla conca in caso di maltempo e di paratoie alzate.Al centro della bocca di porto, nella grande isola artificiale di 13 ettari che farà da centrale operativa e da collegamento fra le due schiere di paratoie, è quasi completato l’edificio alto 15 metri sul livello del mare che farà da regìa per le paratoie e da centrale elettrica, per produrre l’energìa necessaria ad alzare le dighe mobili. A San Nicolò, dove lavora la Fincosit, i cassoni ancora non sono stati portati, ma il fondale è predisposto. Grandi massi provenienti dall’Istria vengono intanto gettati sulla costa per proteggere la struttura dalle forti correnti, mentre il cementificio produce in continuazione tonnellate di materiale. Milioni di tonnellate sono stati gettati sui fondali, per consolidare e sostenere l’enorme peso della struttura. Sotto i cassoni, migliaia di pali in calcestruzzo sostengono la base, che a sua volta ospiterà le paratoie. Entro la fine dell’anno, dopo un periodo di prova, le paratoie si alzeranno a Treporti. Nel frattempo, dicono al Consorzio Venezia Nuova, saranno affondati anche gli altri cassoni nelle bocche di Lido (lato San Nicolò), Malamocco e Chioggia. A San Nicolò si comincia anche a lavorare sul progetto di «abbellimento» dei cantieri messo a punto dall’ex rettore Iuav Carlo Magnani. Verde, passeggiate e ormeggi intorno alla grande opera, che ha ormai trasformato lo sky line della bocca di Lido. I lavori, dal costo di 5 miliardi e mezzo di euro, manutenzione gestione esclusa, dovrebbero concludersi nel 2016.

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