Venezia, 'Veniceland' ci sarà davvero: parco divertimenti a Sacca San Biagio

Progetto di polo culturale e ludico firmato da Zamperla Spa, colosso internazionale delle giostre. Un investimento da decine di milioni di euro

VENEZIA. Un parco di divertimenti a Sacca San Biagio, di fronte a San Basilio, nell’isola che ospitò l’inceneritore di Sacca Fisola. e che ora è cantiere Veritas: un po’ museo virtuale sulla storia di Venezia con tecnologie 3d, un po’ laboratori di “realtà aumentata” sulla laguna per gli studenti, un po’ parco aperto a tutti, un po’ giostre a pagamento.

Lo firma Alberto Zamperla, presidente della vicentina Antonio Zamperla spa, colosso internazionale nella realizzazione di giostre, montagne russe, torri mozzafiato, giri della morte, trenini e parchi giochi in tutto il mondo. Un progetto che è già stato presentato in via informale alle istituzioni locali e al Magistrato alle acque: l’isola è di proprietà del demanio ed è pronta per un nuovo concessionario.

Opportunità o Veniceland? Grida preoccupate si sono già levate dalle associazioni ambientaliste al solo annuncio del titolo del progetto: «L’isola di San Biagio: futuro polo dedicato a cultura, recupero di storia e antiche tradizioni lagunari, svago e tempo libero. Progetto di recupero e riqualificazione e valorizzazione dell’isola di San Biagio».

«Sarà un polo culturale e del divertimento. Ci sarà un punto iniziale dedicato al recupero della storia di Venezia, utilizzando le ultime tecnologie, con una riproduzione della città, racconto di pezzi di storia attraverso un Doge che prenderà vita grazie alla “realtà aumentata”. poi ci sarà un’area didattica dedicata agli studenti su ambiente, energie alternative e la possibilità di sperimentare la scienza. E ci sarà il momento ludico, con installazioni pensate per Venezia. tutt’attorno al parco, un’area verde ad accesso libero», ha spiegato Zamperla.

Investimento da 80 milioni di euro. Un progetto, all'insegna della tecnologia e della multimedialità, che prevede un investimento di oltre 80 milioni di euro, che potrebbe essere completato in due anni, tempi di bonifica e di permessi permettendo, e dare lavoro a circa 500 persone, tra cui molti studenti della vicina Università di Cà Foscari.

Un nuovo Palais Lumiere? Gli accostamenti all'idea di Cardin, però, non piacciono ad Alberto Zamperla: «quello era un progetto immobiliare il nostro è un progetto culturale, con spazi pubblici aperti alla città. No, non è possibile alcun paragone». Per illustrare a tutto tondo l'idea di intervento a san Biagio è stata scelta la sede del rettorato, anche perché il progetto sul piano della consulenza storico-ambientale si avvale del contributo di due docenti della stessa Università veneziana.

Sul piano del concetto architettonico e strutturale, il Polo dell'isola di san Biagio - è stato ricordato - sarà qualcosa di molto vicino al Giardino di Tivoli, di Copenhagen. In sintesi, un'area nel cuore di una città che si integra con l'ecosistema circostante con una connotazione culturale che vuole recuperare la storia passata per residenti e turisti. Se si arriverà a un dunque del progetto, per il primo anno sono previste 400mila presenze, a regime, dopo 5-6 anni, 800mila. Non turisti in più, però, è stato detto, ma parte di quei 25 milioni di persone che ogni anno visitano la città lagunare e che si spalmerà verso un'area non compresa dagli attuali percorsi turistici.

Il "giardino" dei divertimenti, con ingresso a ticket, ha certo il compito di equilibrare l'investimento, ma l'intervento - sul piano propositivo - è una novità per la città: tre aree che presentano spazi tesi a far rivivere, specie alle scolaresche e ai gruppi, il racconto delle origini di Venezia, della sua storia - in un bacino artificiale con la ricostruzione della battaglia di Lepanto e non mancherà il Carnevale - delle tradizioni lagunari. Ci saranno maxi schermi 3D e un teatro. Un percorso pedonale attorno all'isola sarà fruibile da tutti, anche da chi non accederà alle zone a tema. Visto il passato dell'isola di 40mila mq di inceneritore, chiuso da trent'anni, spazio per i bambini anche all'ecosostenibilità e all'uso delle fonti energetiche. I promotori si dicono certi di avere tutte le carte per avere il via libera dal Comune e dalla sovrintendenza, ma in città qualcuno già storce il naso.

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