"Venezia, un'associazione a delinquere sul web: li denunciamo"

MESTRE. «Non può succedere che l’autovelox appena posizionato e non ancora entrato in funzione sia stato danneggiato. È inaccettabile, come non è accettabile la campagna che si è scatenata contro gli autovelox sui social. Non possiamo permettere questo incitamento al danneggiamento. Io li denuncio tutti per associazione a delinquere. Già in passato il Comune ha pagato parecchio per sistemare gli autovelox sul ponte della Libertà e in via Orlanda».
Marco Agostini, comandante della polizia locale di Venezia è a dir poco arrabbiato per il danneggiamento subìto dall’autovelox posizionato in via Martiri a Mestre da qualche giorno e preso di mira da chi combatte questo sistema, di controllare la velocità dei veicoli, sulle strade pericolose.
La protesta. «Capisco la protesta, il lamentarsi ma invitare le persone a spaccare, a danneggiare a rendere inutilizzabile questi strumenti vuol dire danneggiare la cosa pubblica che tutti hanno pagato. Qui si sono messi pure d’accordo in rete. Già in passato abbiamo denunciato chi aveva oscurato gli autovelox sul ponte. Ora faremo lo stesso per questo. Soltanto che questa volta saranno denunciati anche coloro che hanno incitato al danneggiamento. Noi abbiamo l’obbligo di tutelare la cosa pubblica. E siccome ci sono nomi e cognomi su ogni post apparso sui social, non sarà difficile. Devono terminare queste campagne assurde», spiega Agostini.
Insulti, bestemmie e video. La “campagna” contro l’autovelox in via Martiri è iniziata quando qualcuno si è accorto del suo posizionamento. Sono apparsi i primi post che imprecavano contro l’amministrazione comunale e la polizia locale, accusate di averlo nascosto per “fare cassa”. In sostanza gli automobilisti non si sarebbero potuti accorgere dove era messo, perché accanto a una struttura che regge un sovrappasso pedonale. I primi post con le foto sono stati condivisi centinaia e centinaia di volte. E sono iniziati gli inviti ad andarlo a spaccare, a metterlo fuori uso. C’è stato anche chi ha postato dei video che mostravano con esattezza dove si trovava. E in buona parte di questi post le imprecazioni erano accompagnate da insulti e bestemmie.
Messo su richiesta. Il video di un camionista, poi, è diventato virale. Nessuno si era accorto, comunque, che l’autovelox non era ancora in funzione e che mancava la cartellonistica stradale che avvisa gli automobilisti della presenza dell’apparecchio. Spiega ancora Marco Agostini: «È lo stesso autovelox che prima si trovava in via Orlanda e che non possiamo più utilizzare in quel tratto di Triestina perché lo impedisce il codice della strada». Tra le altre cose va ricordato anche che era stato posizionato lì su richiesta dei cittadini dopo gravi incidenti, tra cui alcuni mortali».
I danni del passato. Il Comune di Venezia ha già subìto diversi danneggiamenti agli autovelox sul ponte della Libertà ma pure a quello in via Orlanda. Diverse volte sono stati riparati e ripuliti. Due anni fa la polizia locale riuscì a individuare i responsabili e a denunciarli. Infatti, sul ponte della Libertà sono state posizionate delle telecamere di protezione agli autovelox. Queste hanno registrato la targa del furgone dal quale erano scesi i sabotatori. Lo stesso è avvenuto per l’automobilista che aveva colpito in via Orlanda. Negli ultimi episodi di danneggiamento, i vandalismi erano arrivati al termine di campagne social contro questi strumenti.
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