Venezia, una sala tutta nuova per gli “uomini illustri” del Florian

VENEZIA. L’ottocentesca Sala degli Uomini Illustri, uno dei simboli del Caffè Florian, sarà presto restaurata, perdendo forse, almeno inizialmente, un po’ del fascino cupo e raccolto nel contrasto tra il rosso dei divani e il bruno delle pareti annerite da generazioni di fumatori più o meno illustri, che qui hanno sostato, ma ritrovando la vivezza dei suoi colori originali. L’intervento – con la Sala già svuotata – è stato presentato ieri da Marco Paolini amministratore delegato del Caffè Florian, insieme ai rappresentanti delle aziende, che, con lo storico esercizio, sponsorizzeranno il restauro.
L’Ubs Italia finanzierà la pulitura delle dieci tele della sala decorata da Giulio Carlini e che ritraggono Palladio, Paolo Sarpi, Francesco Morosini, Benedetto Marcello, Enrico Dandolo, Carlo Goldoni, Pietro Orseolo, Marco Polo, Vettor Pisani e Tiziano, alternati a specchi imponenti. Il brand di gioielli Pomellato si prenderà cura delle magnifiche cornici dorate. L’azienda veneziana di tessuti Rubelli, infine, rivestirà gli ambienti con un velluto pregiato, creato per l’occasione.
La rivista veneziana L’illustre darà progressivamente conto dello stato dei lavori che dovrebbero concludersi entro il 15 settembre – quando è prevista una grande reinaugurazione della Sala degli Uomini Illustri – e costare circa 200 mila euro. Se il Florian fu inaugurato il 29 dicembre 1720 in Piazza San Marco da Floriano Francesconi – per tutti solo e semplicemente Florian – il più antico caffè d’Italia aveva inizialmente uno spazio angusto: due sole sale, prive di vetrate sulla piazza. Altre due sale sarebbero arrivate solo una trentina d’anni dopo.
I Francesconi rimasero alla guida del locale per oltre un secolo, attraverso Valentino, nipote di Floriano e quindi del figlio di esso, Antonio; verso la metà dell’Ottocento il Caffè venne acquistato da Vincenzo Porta, Giovanni Pardelli e Pietro Baccanello, che nel ’58 affidarono all’architetto Lodovico Cadorin la ristrutturazione generale degli spazi con altre due sale, conferendo così al Florian l’aspetto attuale: la Sala del Senato, e, appunto la Sala degli Uomini Illustri, di proprietà demaniale, l’ultima del Caffè.
Il soffitto è stato decorato con affreschi d’epoca da Giuseppe Ponga, mentre gli stucchi sono opera di Piazza. Solo dieci anni prima, durante l’insurrezione del 1848, guidata da Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, i feriti degli scontri con gli Austriaci vennero adagiati qui, tra i suoi stucchi e i suoi affreschi. Ma alla fine del Settecento già Casanova entrava al Florian per corteggiare le sue dame e Carlo Goldoni vi entrò ragazzo, come Gasparo Gozzi. Interminabile la lista del “uomini illustri” che sono passati per queste sale e le hanno amate, da Foscolo a d’Annunzio, da Dickens a Rousseau, da Goethe a Lord Byron.
La Sala degli Uomini Illustri venne restaurata una prima volta nel 1872 e ora lo sarà di nuovo, a oltre un secolo di distanza.
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