Venezia, una raccolta firme per nominare un nuovo direttore dei Musei Civici
Gabriella Belli, dopo 11 anni, ha salutato il personale.
Le sue funzioni affidate ad interim a una dirigente interna
VENEZIA. La Fondazione Musei Civici è ora ufficialmente senza più un direttore. Gabriella Belli, dopo undici anni di mandato, ha salutato l’altro giorno i dipendenti dell’istituzione e ha lasciato l’incarico.
Ma non verrà sostituita, almeno per ora. La volontà del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, vicepresidente di diritto dell’istituzione, a cui il Consiglio di amministrazione e la presidente Maria Cristina Gribaudi si sono quietamente acconciati, è infatti quella di lasciare la Fondazione acefala sul piano della programmazione.
Le funzioni di Belli dovrebbero essere formalmente trasmesse ad interim a una dirigente interna come Chiara Squarcina, conservatrice del museo del Tessuto di Palazzo Mocenigo, di quello del Vetro di Murano e ora anche di Palazzo Fortuny, di fatto affiancata sul piano gestionale dal segretario organizzativo Mattia Agnetti, che diventa la figura “forte” della situazione.
Ma perché questa volontà da parte del sindaco di lasciare senza guida sul piano della programmazione quello che è forse il sistema museale comunale più importante d’Italia?
I motivi sarebbero più di uno. Da quello del risparmio, evitando di pagare un altro stipendio considerevole come quello che percepiva Belli, “valorizzando le professionalità interne”, come ha detto lui stesso in occasione dell’inaugurazione delle nuove sale di Palazzo Reale qualche settimana fa.
Alla convinzione che il sistema museale veneziano possa in sostanza ormai essere guidato col “pilota automatico”, concentrando invece risorse e energie sullo sviluppo del polo mestrino legato al Centro Candiani, nonostante i modesti risultati delle mostre finora organizzate in quel luogo, e a Forte Marghera.
Al desiderio di non avere sulla sua strada un’altra figura autorevole sul piano culturale come era Gabriella Belli, che potrebbe risultare non semplice da gestire.
Per questo la Fondazione Musei si è guardata bene, a differenza di altre similari istituzioni italiane, dal bandire un avviso pubblico per la ricerca di un nuovo direttore scientifico.
Come avevano chiesto forze politiche come il Pd e come sta chiedendo ora l’appello pubblico lanciato da qualche settimana e che ha già raccolto centinaia e centinaia di firme di rappresentanti di istituzioni culturali, storici dell’arte, esponenti della società civile italiani e stranieri.
Ma l’atteggiamento del sindaco, e con lui della Fondazione, sembra ricordare quello attribuito al famoso Marchese del Grillo, senza necessità di avviare confronti.
Uno, quasi obbligato, avverrà intorno al 20 settembre nella Commissione consiliare Cultura, con la presidente Gribaudi che dovrebbe andare a illustrare la situazione. Mettendo però probabilmente tutti a conoscenza delle decisioni già prese.
Resta da capire se verrà effettivamente istituito, come è stato ipotizzato, un Comitato Scientifico, previsto dallo statuto della Fondazione tra i suoi organi, che potrebbe in teoria affiancare la coppia di dirigenti incaricati, per dare loro una mano sul piano programmatico.
Ma è lecito dubitarne, perché il precedente Comitato Scientifico, dove pure sedevano personalità illustri, a cominciare da uno storico dell’arte come Jean Clair, non si è mai riunito.
Per il 2023 la programmazione sarebbe comunque assicurata, perché lasciata in giacenza dalla stessa Belli, con mostre importanti come quella dedicata a Vittore Carpaccio, già slittata per il Covid.
Ma chi terrà ora le indispensabili relazioni internazionali con i musei stranieri e gli artisti con cui in questi anni la Fondazione ha collaborato? Chi si occuperà della programmazione degli eventi espositivi e delle ricerche?
Sembra difficile possano farlo due dirigenti interni che fanno, egregiamente, un altro mestiere. Il massimo sforzo per la Fondazione sembra in questo momento concentrato sull’ennesimo aumento dei biglietti, che dal primo settembre vedrà – per chi non prenota con almeno un mese di anticipo – passare da 25 a 30 euro il costo dell’ingresso a Palazzo Ducale e ai musei marciani collegati.
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