Venezia, uffici in pieno caos: per un permesso si aspetta un anno

L’assessore Micelli annuncia una variante contro i cambi d’uso selvaggi. Intanto i professionisti preferiscono pagare le sanzioni

MESTRE. Stop ai cambi d’uso selvaggi. Forse a tempo scaduto, da Ca’ Farsetti arriva lo «stop» alle trasformazioni dei piccoli appartamenti in locali turistici. «Intendo proporre una Variante al Piano della Città Antica», annuncia l’assessore all’Urbanistica Ezio Micelli, «per modificare le norme sui cambi d’uso e le autorizzazioni». Saranno velocizzati e semplificati i procedimenti autorizzativi per l’edilizia minore. Bloccate e in qualche modo contingentate le traformazioni ad uso turistico. «Mi spiego: non dovrà essere più possibile che la trasformazione si possa fare considerando il tipo edilizio. Bisogna introdurre un tetto rigido. E decidere a monte quali siano le zone ormai sature, dove l’edilizia minore non può essere più sottratta ai residenti per farne attività ricettive».

Una sorta di tetto che dovrebbe cominciare a preservare, dopo anni di norme grigie e controlli scarsi, il tessuto edilizio e abitativo della città storica. Perché non si è fatto prima? «Bisogna prima che sia definitivamente approvato il Pat, il Piano di Assetto del Territorio», dice Micelli, «altrimenti siamo all’assurdo che la città non più decidere sulle destinazioni d’uso del proprio patrimonio». Questione di settimane, dunque. E l’iter della Variante prenderà il via, per essere approvato, assicura Micelli, «non oltre i 10-11 mesi».

Nel frattempo la situazione è drammatica. Tempi lunghissimi – fino a un anno – per ottenere dall’Edilizia privata un permesso di costruire. Soprattutto per le modifiche interne molti professionisti preferiscono allora ricorrere alla Dia, la Dichiarazione di inizio attività. I lavori possono partire senza il permesso. E le sanzioni da pagare, in caso di abuso, sono molto modeste, da 300 a 516 euro. Nel caso di opere difformi o non autorizzate si può sempre ricorrere alla sanatoria. E anche qui la spesa massima, prevista anche dalla legge 380, modificata qualche mese fa dal governo Monti, non supera i 5 mila euro. Se si tratta di appartamento affittato ai turisti, più o meno l’equivalente di un mese di affittanze.

Tutti i particolari nel giornale in edicola e nell’edizione web in abbonamento.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia