A Venezia gestire il turismo costa venti milioni di euro, ma ne vale 4 miliardi

Uno studio stima il costo pro capite dei visitatori, pernottanti ed escursionisti. L’assessore al bilancio Michele Zuin: «Città complessa, le spese sono più alte»

Daniele Ferrazza
Turisti in piazza San Marco a Venezia
Turisti in piazza San Marco a Venezia

Quanto costa la gestione del turismo di massa in una città come Venezia? Nella Babele di numeri, prova a rispondere a questa domanda lo studio di una società di consulenza specializzata in report turistici, la Jfc di Faenza. Che stima in quasi cinque euro (4 euro e 70 centesimi) il costo di gestione per ciascun turista e visitatore giornaliero. Il doppio di qualunque altra città d’arte d’Italia.

Secondo questo rapporto, Venezia sosterrebbe un costo pari a venti milioni di euro l’anno per gestire il turismo. Per contro, il Comune beneficia dell’imposta di soggiorno e del contributo d’accesso per complessivi 44 milioni di euro.

Il turismo porta con sè costi legati all’organizzazione dei trasporti, dell’igiene pubblica, della sicurezza, della fruibilità degli spazi monumentali.

«Ogni studio va preso con la dovuta cautela – frena l’assessore al bilancio, Michele Zuin –: bisognerebbe capire i parametri presi in considerazione. Per l’esperienza che ho, penso che il costo di gestione del flusso di turismo per il Comune sia di gran lunga superiore: solo l’asporto rifiuti costa, ogni anno, circa cento milioni di euro. E infatti parte del ricavato, circa 9 milioni di euro, della tassa di soggiorno viene impiegato per alleggerire la tariffa a carico dei residenti, che non dovrebbero sostenere costi non propri».

Senza contare, aggiunge Zuin, la manutenzione e gli investimenti del patrimonio storico culturale della città: musei, palazzi, piazza, campi e campielli. Un calcolo complicato, dunque.

«Se pensiamo al costo del trasporto pubblico in laguna - aggiunge l’assessore al bilancio - i conti sono molto più importanti: perché riguardano il potenziamento del personale, gli investimenti, il rinnovo dei mezzi. Al tempo della prima amministrazione avevamo cercato di calcolare il peso in termini economici del turismo sulle casse comunali: ne abbiamo stimato il costo per cercare di ottenere più fondi nella Legge Speciale. Venezia è davvero unica e i suoi costi non sono paragonabili a nessun altra città al mondo».

Naturalmente, il turismo è anche una fonte d’entrata rilevante per il Comune di Venezia. Dall’imposta di soggiorno entreranno quest’anno 37 milioni di euro, dal contributo di accesso 7,1 milioni di euro. Ma gestire ogni anno 5,6 milioni di arrivi e 12,6 milioni di presenze, ogni giorno una folla stimata tra le 80 mila e le centomila persone mette sotto stress un’organizzazione complessa. Gli ingressi a Venezia vanno poi spacchettati: mediamente, secondo lo studio compiuto da Ca’ Foscari e Università di Udine nel 2024, due terzi sono giornalieri e un terzo turisti pernottanti.

«L’ultimo stress test è stato quello del Carnevale - continua Zuin - e bisogna dire che liberare Rialto dai banchetti e distribuire i flussi con barriere transenne ha consentito di evitare i grandi assembramenti. E’ stato un piccolo miracolo, gestito dalla Polizia locale con intelligenza».

Numeri da prendere con cautela dunque, ma che fanno capire una volta di più l’impatto economico di un’industria che sfiora i 4 miliardi di euro di valore (Ciset, 2017).

Le misure adottate per arginare il fenomeno dell’overtourism per adesso riguardano il contributo di accesso, che quest’anno funzionerà per 54 giornate (29 l’anno scorso), da aprile a luglio tutti i fine settimana dal venerdì alla domenica e nel mese di aprile durante il ponte tra Pasqua e il Primo maggio.

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