Venezia, tornano le gigantesche mani di Quinn: questa volta sono dodici
![L'allestimento della gigantesca opera di Lorenzo Quinn "Bulding Bridges"](https://images.nuovavenezia.it/view/acePublic/alias/contentid/1834133c-4b34-4bf9-ae18-d6ca4b3b8159/0/0a81490f-1e5c-428d-b7ae-87dbde276845-jpg3064670984225161314jpg.webp?f=16%3A9&w=840)
VENEZIA. Lorenzo Quinn torna le sue mani, con un'enorme scultura ideata per abbracciare - ancora una volta - Venezia e l'umanità.
All'attorno al bacino di carebaggio dell'Arsenale di Venezia, sta prendendo corpo "Building Bridges", Costruendo Ponti, gigantesca scultura che - spiega l'entourage dell'artista - "rappresenta l'apice dell'espressione artistica di Quinn fino ad oggi".
Composta da sei paia di mani monumentali, la spettacolare scultura è alta 15 metri e larga 20 metri: "I valori vitali e fondamentali presentati nell'opera d'arte danno una forte enfasi al bisogno dell'umanità di traslare le sue molte differenze in un mondo sempre più interconnesso e instabile".
"Un figlio di Venezia" - come si presenta Quinn - inaugura la sua opera più grandiosa, in occasione della Biennale d'Arte 2019: gran gala giovedì 9 maggio, con mini-concerto di Andrea Bocelli.
Già in occasione della presentazione di "Support" - la scultura che abbracciava Ca' Sagredo due anni fa e che aveva conquistato anche i veneziani - Lorenzo Quinn aveva spiegato di prediligere le mani perché "sono il simbolo di unione. Ci servono a creare arte, accarezzare i nostri figli, agire per proteggere - per loro - il pianeta. E gettare ponti".
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Un'arte volutamente visibile a tutti, per condividere quanto più possibile il messaggio di unione tra le persone e i popoli.
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