Venezia, tornano le gigantesche mani di Quinn: questa volta sono dodici

"Building Bridges": all'Arsenale, sei enormi paia di braccia per abbracciare e proteggere il mondo
L'allestimento della gigantesca opera di Lorenzo Quinn "Bulding Bridges"
L'allestimento della gigantesca opera di Lorenzo Quinn "Bulding Bridges"

VENEZIA. Lorenzo Quinn torna le sue mani, con un'enorme scultura ideata per abbracciare - ancora una volta - Venezia e l'umanità.

All'attorno al bacino di carebaggio dell'Arsenale di Venezia, sta prendendo corpo "Building Bridges", Costruendo Ponti, gigantesca scultura che - spiega l'entourage dell'artista -  "rappresenta l'apice dell'espressione artistica di Quinn fino ad oggi".

Composta da sei paia di mani monumentali, la spettacolare scultura è alta 15 metri e larga 20 metri: "I valori vitali e fondamentali presentati nell'opera d'arte danno una forte enfasi al bisogno dell'umanità di traslare le sue molte differenze in un mondo sempre più interconnesso e instabile".

Le enormi braccia di Quinn e "l'Uomo che misura le nuvole" di Fabre

"Un figlio di Venezia" - come si presenta Quinn - inaugura la sua opera più grandiosa, in occasione della Biennale d'Arte 2019: gran gala giovedì 9 maggio, con mini-concerto di Andrea Bocelli.

Venezia. Le mani e la fionda di Quinn hanno trovato casa

Già in occasione della presentazione di "Support" - la scultura che abbracciava Ca' Sagredo due anni fa e che aveva conquistato anche i veneziani - Lorenzo Quinn aveva spiegato di prediligere le mani perché "sono il simbolo di unione. Ci servono a creare arte, accarezzare i nostri figli, agire per proteggere - per loro - il pianeta. E gettare ponti".

Un'arte volutamente visibile a tutti, per condividere quanto più possibile il messaggio di unione tra le persone e i popoli.

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