Venezia, torna l’emergenza bricole «Usate i fondi stanziati»

I pali ridotti a moncherini e pezzi di legno vaganti in laguna sono un pericolo A un anno dalle prime proteste i comitati rilanciano l’allarme: «Intervenite»
Di Alberto Vitucci

VENEZIA. Un anno dopo, riecco l’emergenza bricole. Nulla o quasi è cambiato dopo le denunce di comitati e associazioni che nel febbraio 2016 segnalavano la pericolosità dei pali vaganti in laguna. Pochi gli interventi, nonostante le promesse e gli allarmi lanciati dai naviganti e dalla stessa Capitaneria di porto. In laguna si parla oggi soltanto di Mose e dei suoi problemi. Sotto traccia, a lungo dimenticata, l’emergenza della manutenzione. Rive e canali, ma anche le «briccole». Decine di migliaia di pali in legno che delimitano i canali e spesso sostengono l’illuminazione e i cavi del telefono. La situazione dell’erosione è grave. Correnti più forti a causa dello scavo dei canali e dei lavori in laguna. Moto ondoso incontrollato che provoca danni alle barene e anche alle strutture in legno. Comprese le briccole.

Il canale che va dalle Fondamente Nuove a Sant’Andrea, passando per l’Arsenale, mostra pezzi di pali staccati e pericolosamente in bilico. Molte paline sono ridotte a moncherini, corrose all’altezza del medio mare, consumate dalla salsedine e dalla corrente.

Un’emergenza segnalata dai mezzi del soccorso, dai diportisti, dalle categorie che lavorano sull’acqua. Qualche mese fa una punta di palo staccata aveva provocato l’affondamento di un motoscafo. Cedendo il palo centrale l’intera struttura delle briccole è messa a rischio.

Una nuova protesta è stata annunciata dal «popolo delle barche» al Provveditorato alle Opere pubbliche. «I fondi della salvaguardia devono servire anche per la manutenzione della laguna», dicono. Il totale dei pali in laguna assomma a circa 50 mila. Le briccole censite dall’ex Magistrato alle Acque sono quasi ottomila, quasi tutte a tre pali o quattro quando si tratta della «dama, detto anche bricolon de testa, cioè quello che segnala l’inizio di un canale navigabile. A questi vanno aggiunte le singole paline. E poi le paline di ormeggio di rii interni. Una foresta piantata sui fondali della laguna che comincia a dare qualche problema. Colpa delle correnti e del moto ondoso, ma anche della qualità dei legni, non sempre stagionati e trattati.

Da anni si discute sul rimedio possibile. Ma la soluzione ancora non c’è. Il Comune aveva avviato qualche anno fa la sperimentazione su particolari tipi di plastiche, ma l’esito non a dato grandi risultati. Meglio il trattamento con speciali vernici o resine, anche con graffette che ritardano il deterioramento del legno. I pali in vetroresina camuffati da legno già si vedono in molti luoghi. Ma l’effetto non è dei migliori.

«Dopo anni di blocco», dicono i diportisti, «un intervento non è più rinviabile».

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